Secondo l’ultimo rapporto dell’Usda, il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America, nella stagione 2019/2020 la produzione di pistacchi calerà a livello mondiale dell’11%, attestandosi sulle 694.000 tonnellate.
Andando a dare uno sguardo ai maggiori paesi produttori, una ripresa dovrebbe comunque esserci in Iran, dopo che il maltempo dello scorso anno aveva ridotto il raccolto del 75%. Il Paese mediorientale dovrebbe così arrivare a 205.000 tonnellate.
Negli Stati Uniti, invece, è previsto un calo del 26%, per un totale di 332.000 tonnellate, a causa della resa annuale più bassa. Le scorte finali dovrebbero quindi scendere al minimo degli ultimi 5 anni, a sole 35.000 tonnellate.
In Turchia, le stime parlano di un calo di produzione attorno al 60%, per un totale di 85.000 tonnellate, in maniera lineare con gli altri anni di “scarica” (il pistacchio è infatti una pianta biennale). Diminuiranno pure ci circa il 15% le importazioni dalla Cina – fino a 100.000 tonnellate secondo le stime – perché le spedizioni nel periodo precedente al Capodanno Cinese non sono state numerose come quelle degli anni precedenti.
Nell’Unione Europea, le previsioni sono di un aumento della produzione di circa 7.000 tonnellate, fino a 18.000 tonnellate provenienti da Italia e Spagna. Con un livello di consumo praticamente invariato, ci si aspetta un calo delle importazioni di 6.000 tonnellate, fino a 95.000 tonnellate.