Frutta a guscio ed essiccata

17 gennaio 2025

Pistacchio della Valle del Platani, chiuso un anno difficile

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Costeggia il fiume Platani, nell’Agrigentino, dall'area in cui sorge fino al mare, attraversando i Comuni di Santo Stefano, Cammarata, Casteltermini, Aragona, San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Cianciana, Alessandria della Rocca, Raffadali. È questo il territorio in cui operano le aziende riunite nell’associazione Pistacchio Valle del Platani

Una quarantina di realtà che in tutto coprono circa 300 ettari di pistacchieto e che condividono la voglia di promuovere la tipicità del prodotto, scambiarsi conoscenze e esperienze, incentivare la formazione e l’aggiornamento di produttori e tecnici. 

È proprio grazie a questo spirito di squadra che, dopo svariate prove in campo e il lavoro dei vari associati, i produttori, seguendo specifiche modalità di potatura e concimazione, sono riusciti a ottenere una raccolta annuale, anche se una meno carica dell’altra.

Prezzi in calo nel 2024

Il bilancio del 2024 è un punto da cui ripartire. Sul fronte della produzione, in alcune aree le aziende hanno sofferto ancora per le conseguenze della grandinata del 2023. “Il problema è ormai in fase di superamento, ma tuttora vediamo alcuni rami danneggiati e parti secche. È una pianta dalla crescita molto lenta. Tagliare quindi ha rappresentato un grande sacrificio. Per il 2025 torneremo alla normalità”, racconta il presidente Marcello Di Franco

L’augurio per il nuovo anno è anche quello di dare una nuova svolta ai prezzi. “Negli anni precedenti - spiega - avevamo anche superato, all'ingrosso, i 18 euro. Nel 2024 invece ci siamo fermati intorno ai 15,5 o 16 euro”. 

Di Franco si associa a quanti chiedono in Italia una concorrenza più equa: “Arrivano prodotti da Paesi dove non esistono i vincoli e le norme a cui siamo sottoposti noi. Le regole in vigore sono corrette, ma la competizione dev’essere alla pari e chi vende in Italia dovrebbe rispettarle tanto quanto noi. La situazione attuale ci danneggia”. 

Gli costi di produzione e di gestione non permettono alle aziende di competere sul prezzo. “La raccolta del pistacchio viene svolta manualmente, poi c’è un’accurata opera di selezione. Il nostro è un prodotto sano, con caratteristiche organolettiche uniche ma per le famiglie, che hanno la necessità di fa quadrare i conti, il prezzo fa la differenza”. 

A rimarcare l’unicità del pistacchio della Valle del Platani è stata anche una ricerca dell’Università di Palermo che per anni ha studiato il frutto con la collaborazione dell’associazione e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia. “I risultati, presentati ad Atene nel 2021 – sottolinea Di Franco – hanno evidenziato le particolari caratteristiche organolettiche del pistacchio qui coltivato e la presenza dell’acido palmitoleico che non si riscontra altrove”. 

Un passo in avanti a favore delle produzioni italiane è la normativa entrata in vigore a gennaio che prevede l’indicazione del paese d’origine in etichetta. “È un segnale per il consumatore attento - commenta il presidente dell’associazione – ma dovremmo dare maggiore prevalenza al prodotto italiano, snellire la burocrazia, incentivare la vendita sul territorio e la filiera corta”.

Il pistacchio al naturale proposto come snack 

In quest’ottica Di Franco, con la sua azienda Di Gala, a San Biagio Platani, ha scelto ad esempio di puntare anche sulla vendita diretta presentando il frutto aperto “che sorride naturalmente” e che è proposto come snack pronto da gustare.

“Essendo non salato e non tostato, permettere ai consumatori di scoprire il vero sapore del pistacchio. È una formula che sta funzionando bene. Molti sono ritornati a acquistarlo dopo un primo assaggio”. 

Tanta anche l’attenzione alla sostenibilità, soprattutto in campo. Lo stesso Di Franco, ad esempio, sta sperimentando nella sua azienda l’uso di lana nella pacciamatura Un procedimento che va ulteriormente affinato, ma che permette di trattenere umidità fornendo anche una sorta di lenta concimazione organica. 

Obiettivo per il 2025? “Stiamo lavorando per riappropriarci del prezzo che avevamo raggiunto così da dare ai produttori un giusto riscontro al proprio lavoro”, conclude Di Franco.

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