Tempi duri in era Covid anche per il pistacchio di Bronte. Proprio la particolarità di questo prodotto, che viene raccolto solo negli anni dispari e, in gran parte, commercializzato nel settore Horeca, ha risentito fortemente dei vari lockdown subiti da bar e ristoranti in tutto il mondo. Tanto che ora le giacenze non mancano e perfino il prezzo è in flessione. A parlare della situazione, interpellato da myfruit.it, è Alfio Corica, titolare de Il Pistacchio srl, azienda di Bronte specializzata nella lavorazione di pistacchio (anche di altre provenienze) e poi nocciole, mandorle, noci e pinoli, con l’obiettivo, naturalmente, di offrire al cliente finale (soprattutto pasticcerie e gelaterie) una gamma completa di frutta secca, al naturale o sotto forma di semilavorati, a seconda delle specifiche richieste.
“La pandemia di quest’anno – conferma Corica – ci ha messo molto in difficoltà. La chiusura per lungo tempo dei locali pubblici ha provocato, nei nostri confronti, una giacenza di prodotto, nello specifico il pistacchio, che è arrivata anche al 50% in più rispetto alla norma. Solo in estate si è lavorato abbastanza bene, ma siamo stati molto penalizzati dalle chiusure primaverili e autunnali. A questo punto, viene da dire che è stata quasi una fortuna che la raccolta 2019 del pistacchio di Bronte non sia stata particolarmente abbondante nei quantitativi (circa 20mila quintali complessivi, ndr), perché ciò ci fa confidare in uno smaltimento delle giacenze a partire già da marzo 2021, per arrivare finalmente con scarsità di prodotto alla vigilia della nuova raccolta, prevista a settembre del prossimo anno”.
Anche sui prezzi dell’oro verde di Bronte è in corso una revisione al ribasso. “Sempre a causa della pandemia i prezzi del pistacchio sono in calo – conclude Corica – anche se questo non si apprezza nei circuiti della grande distribuzione, in quanto non siamo presenti, e dove i prezzi del prodotto proveniente dall’estero continuano a essere sostenuti”.