21 dicembre 2023

Pistacchio di Raffadali Dop verso il passaporto digitale

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Come è avvenuto per la stragrande maggioranza dei generi ortofrutticoli, anche il Pistacchio di Raffadali Dop non ricorderà il 2023 come una delle annate migliori, ma il movimento attorno a questo frutto continua a essere molto dinamico e, in ottica 2024, si stanno portando avanti progetti del tutto inediti.

A fare il punto della situazione per myfruit.it è Calogero Frenda, presidente del Consorzio di tutela Pistacchio di Raffadali Dop, che accennando innanzitutto alla situazione produttiva, spiega: “Il clima piovoso di maggio e di giugno scorsi non ha  favorito lo sviluppo dei frutti. Inoltre, la zona nord del nostro areale ha subito anche forti danni da una grandinata, per cui rispetto a una produzione normale è venuto a mancare circa il 30% dei quantitativi”.

A fronte di una simile istantanea, sul fronte commerciale comunque tutto sta procedendo bene. Conferma Frenda: “La richiesta è in crescita e anche i prezzi sono aumentati rispetto allo scorso anno. Siamo infatti arrivati a 50 euro il chilo per il prodotto sgusciato, rispetto ai 45 euro del 2022″.

Diverse, poi, sono le novità appena arrivate o che bollono in pentola. Continua infatti ancora Frenda: “Una settimana fa, dal Masaf, è arrivata l’ufficialità per il riconoscimento della nostra realtà come Consorzio di tutela. Ora, quindi, possiamo di fatto raggiungere un obiettivo che ci eravamo prefissati fin da quando abbiamo intrapreso tutto l’iter per la Dop, che era appunto la tutela del prodotto associata a quella del territorio”.

Ma non c’è solo questo. “Abbiamo sottoscritto con la Zecca dello Stato un protocollo d’intesa per emettere il cosiddetto passaporto digitale sul nostro pistacchio. L’obiettivo è riuscire dal 2024 ad apporre sulle nostre confezioni questo originale bollino che attesta l’autenticità del prodotto e che, al contempo, permette al consumatore di accedere, tramite qr code, alla lettura di informazioni riguardo il produttore e il confezionatore”.

Ultimo ma non meno importante, il Consorzio di tutela del Pistacchio di Bronte Dop è contraddistinto anche da una forte dinamicità interna. “Oggi – conclude Calogero Frenda – siamo in 11 produttori e tre trasformatori, per circa 150 ettari di superficie certificata. Abbiamo però già cinque richieste di adesione per il prossimo anno e l’interesse verso la certificazione continua a mantenersi alto. Di questo, ovviamente, siamo molto soddisfatti”.

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