Il pistacchio italiano costa troppo e la gelateria, al contempo, richiede sempre più paste a base di questo frutto? Per accontentare tutti i gusti e, soprattutto, venire incontro alle esigenze di tutte le tasche, c’è chi investe anche sui blend, ovvero su mix di materia di prima di diverse provenienze.
E’ il caso della Caruso Alessandro, azienda di Spilimbergo (Pordenone) specializzata nella lavorazione e commercializzazione di prodotti a base di frutta secca, soprattutto semilavorati per i clienti professionali (gelaterie, pasticcerie, laboratori, ecc.).
“Tra le novità che abbiamo presentato anche all’ultima edizione del Sigep, che rimane per noi una delle fiere più importanti – conferma Alessandro Caruso, fondatore e titolare dell’omonima azienda – c’è Vulcano dell’Etna, una pasta di pistacchio a base di prodotto siciliano e iraniano. Il pistacchio siciliano, infatti, ha raggiunto negli ultimi anni quotazioni stellari, per cui ci vediamo costretti a proporre anche soluzioni alternative alla nostra clientela, pur mantenendo elevato il livello della qualità”.
Caruso continua: “Un forte scossone ai prezzi del pistacchio si è registrato da quando alcuni fondi di capitale, in particolare americani e svizzeri, hanno deciso di investire in questa coltura in Sicilia. Questa inedita situazione ha decisamente fatto rivedere tutti i listini all’insù, per cui le aziende di trasformazione hanno visto da una parte una forte riduzione dei margini e, dall’altra, si sono trovate contemporaneamente nella necessità di cercare anche altre fonti di approvvigionamento. Teniamo presente, infatti, che il pistacchio iraniano, ad esempio, costa la metà rispetto a quello siciliano”.
“Ciò non significa che non lavoriamo prodotto siciliano – prosegue Caruso – Continuiamo anzi ad avere diverse linee e diverse proposte, ma bisogna ovviamente incontrare le esigenze di tutti i nostri clienti. Anche l’ultima edizione del Sigep di Rimini, in questo senso, è stata molto produttiva. Siamo infatti entrati in contatto con diverse aziende estere, dalla Cina al Giappone, dalla Germania, al Portogallo, alla Spagna. Per noi, questa fiera continua a essere strategica”.
Intanto, bolle in pentola una grande novità aziendale: “Dopo qualche settimana di ritardo secondo il primo ruolino di marcia – conclude Caruso – dall’1 marzo entreremo nel nostro nuovo capannone, sempre a Spilimbergo, a 500 metri di distanza dalla sede attuale. Potremo così festeggiare la nostra nuova sede, di oltre 700 metri quadrati, praticamente il doppio rispetto agli spazi che abbiamo oggi a disposizione”.