E’ un buon momento quello che sta vivendo il Pistacchio Valle del Platani. Il 2020, ultimo anno di “carica”, è infatti stato davvero straordinario a livello produttivo. E, ancora oggi, i prezzi si mantengono piuttosto soddisfacenti. Tuttavia, la concorrenza di prodotto estero (californiano in primis) si fa sentire, tanto che c’è chi chiede l’applicazione di un’uniformità di condizioni tra prodotto importato e prodotto made in Sicily.
A intervenire, interpellato da myfruit, è Marcello Di Franco, presidente dell’associazione Pistacchio Valle del Platani, realtà nata nel 2013 e che oggi aggrega circa 40 aziende.
Soddisfazione per il prezzo
“A livello di quotazioni – spiega Di Franco – siamo soddisfatti. Da sempre, del resto, la nostra associazione si batte a difesa dell’agricoltore e del suo lavoro. Interloquiamo ormai abitualmente con un’azienda dove andiamo a conferire i maggiori quantitativi del nostro pistacchio, poi avviato alla trasformazione, e viene riconosciuto un buon prezzo. Quest’anno, siamo a circa 13 euro il chilo in guscio, ma lo scorso anno siamo arrivati anche a 13,90 euro il chilo. Ovviamente, ciò è possibile perché riusciamo a garantire buone quantità e qualità di prodotto”.
La base produttiva
L’associazione Pistacchio Valle del Platani, in effetti, può contare su una buona base produttiva, anche se le potenzialità per crescere ulteriormente ci sono. “Attualmente – prosegue Di Franco – come realtà associativa siamo tutte aziende dell’alto Agrigentino, ma ci sarebbero margini per aprirci anche alla provincia di Caltanissetta. In ogni caso, sono circa 300 gli ettari della nostra base sociale”.
L'adesione al coordinamento nazionale “Frutta in guscio”
Anche l’associazione Pistacchio Valle del Platani è entrata fin da subito a far parte del coordinamento nazionale “Frutta in guscio”. “Abbiamo scelto di aderire – prosegue Di Franco – perché crediamo che, come produttori italiani di frutta in guscio, dobbiamo darci una mossa. Basti guardare quello che avviene con le mandorle, dove praticamente anche in Italia si parla solo di quelle californiane, o di ciò che avviene anche all’interno del comparto del pistacchio, dove dominano le origini estere, con diversi parametri di coltivazione rispetto ai nostri. Di qui, la decisione di associarci a questa realtà, partita dal basso”.
Le previsioni per la nuova campagna
Uno sguardo, infine, alle previsioni per la campagna 2022, visto che è atteso un nuovo anno di carica. “E’ bene tenere sempre presente – conclude Di Franco – che il pistacchio è una pianta biennale, sebbene da noi si raccolga anche negli anni dispari, seppure a mezza carica. Il 2020 ha registrato davvero una produzione eccezionale, e in quell’anno abbiamo raggiunto l’apice della produzione. Quest’anno, al momento, le piante sono ancora dormienti, ma le gemme sono belle e cariche. Insomma, per ora le premesse per fare bene ci sono tutte”.