10 gennaio 2024

Pistacchio Valle del Platani: ottimi i prezzi

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L’annata 2023 avrebbe potuto essere migliore dal punto di vista della produzione, ma la campagna commerciale sta andando alla grande, tanto che ormai rimane solo qualche scorta (pressoché d’obbligo) in vista della Pasqua. E’ dunque molto positivo il bilancio che arriva dal Pistacchio Valle del Platani, i cui maggiori produttori sono aggregati nell’omonima associazione che conta 45 componenti e oltre 300 ettari di superficie.

Il presidente, Marcello Di Franco, interpellato da myfruit.it spiega: “Premesso che, grazie alla particolarità del terreno del nostro areale e al sistema di potatura adottato, qui raccogliamo tutti gli anni, la campagna 2023 è stata sensibilmente danneggiata. I problemi maggiori sono stati registrati proprio in alcuni centri che rappresentano il cuore della nostra produzione, come San Biagio Platani e Sant’Angelo Muxaro (Agrigento). Qui il 23 settembre, in piena raccolta, sono caduti chicchi di grandine delle dimensioni di palline da tennis. Sono stati quindi compromessi sia i pistacchieti di questa zona sia le altre colture, come gli oliveti. A conti fatti, questo breve ma catastrofico evento atmosferico ha diminuito del 35-40% la produzione rispetto a un raccolto normale”.

Ci sono, però, anche le buone notizie. Prosegue infatti Di Franco: “La nota positiva riguarda l’aspetto commerciale. La qualità della produzione è infatti eccezionale e molto gradita dai trasformatori, che hanno riconosciuto un prezzo record per il nostro pistacchio. Siamo infatti sui 18 euro il chilo, rispetto ai 15 di un anno fa. Nello specifico – continua Di Franco – stiamo lavorando sempre di più e molto bene con un’azienda della zona, Kreadoc, alla quale conferiamo oggi circa il 70% della nostra intera produzione”.

L’associazione sta lavorando intanto anche in prospettiva futura. “Riteniamo che il pistacchio – conclude Marcello Di Franco – possa essere un ottimo investimento. Ma, attenzione, bisogna puntare sulla qualità, e per questo consigliamo sempre di non avventurarsi in questo settore acquistando piante già innestate, ma fare innesti sul posto. Stiamo lavorando quindi sull’ampliamento della produzione, che presto dovremmo riuscire a incrementare di circa 150 ettari”.

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