Più controlli contro le frodi per i limoni della Costiera Amalfitana
L'indagine condotta da Legambiente, sicuramente un associazione molto attenta alle problematiche dell'agricoltura e dell'ambiente, non puntualizza che la frutta a loro dire “contaminata” è di provenienza italiana o di paesi terzi.
Nel caso dei limoni, in generale, stiamo assistendo alla libera circolazione e relativa commercializzazione, sui nostri mercati, di merce proveniente da paesi comunitari e non, nello specifico dalla Spagna, che sottoposti a intensi trattamenti chimici, hanno proprietà di durata immaginabili.
Come ben si sa l'Italia è una Zona Protetta, quindi non possono essere introdotti frutti con penducoli e foglie che non rispettano le normative di cui al D.M. 31/01/96.
Sui grandi mercati generali e addirittura nella G.D.O. sono presenti limoni spacciati per Italiani e il più delle volte con la dicitura Limoni di Sorrento e/o Limoni di Amalfi.
Questa merce che arriva in Italia, sia da terra che dal mare, non viene sottoposta a nessun tipo di controllo, a cominciare dai relativi documenti di accompagnamento fiscali e sanitari (art. 33-34-35-36 D.M. 31/01/96).
A dimostrazione di quanto detto, in Costiera Amalfitana è stato sequestrato e rispedito al mittente un carico intero di limoni “verna” con penducoli e foglie provenienti dalla Spagna con etichette che citavano un Regolamento Ce che nulla aveva a che fare con la circolazione e libera commercializzazione.
Il Consorzio di Tutela del limone Costa d'Amalfi unitamente al Consorzio di tutela del Limone di Sorrento ha richiesto al Mi.P.A.F. una convocazione straordinaria di tutti gli Enti di controllo (N.A.S.-Repressione Frodi- Ispettorato Fitosanitario-Carabinieri-Finanza et.) al fine di concordare le modalità di un maggiore azione coordinata, al fine di reprimere tali inconvenienti.
Marco ACETO
Presidente del CONSORZIO DI TUTELA LIMONE COSTA D'AMALFI I.G.P.