17 agosto 2018

“Più strumenti di intervento per salvaguardare il made in Italy”

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“Per difendere il patrimonio del made in Italy agroalimentare è necessario rafforzare gli strumenti di intervento per sostenere i produttori fortemente danneggiati ma è anche fondamentale potenziare la ricerca per la prevenzione”. A sostenerlo è Coldiretti, che recentemente ha fatto il punto della situazione sugli insetti di “importazione” che hanno devastato varie colture.

“La “cimice marmorata asiatica” (Halyomorpha halys) – spiega l’associazione agricola – che sta distruggendo i raccolti nei frutteti e negli orti è solo l’ultimo dei parassiti alieni, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii fino alla Aetina tumida, che con i cambiamenti climatici hanno invaso l’Italia, provocando all’agricoltura e alle grandi coltivazioni di soia e di mais nel nord Italia danni stimabili in oltre un miliardo. Fondamentale – continua Coldiretti – è certamente l’intensificazione dei controlli negli scambi commerciali per fermare una strage che mette a rischio i conti economici delle imprese ma anche la biodiversità del Paese. L’arrivo in Italia della “cimice marmorata asiatica” è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. A favorirne la diffusione è stato un anno particolarmente caldo: si tratta di insetti polifagi che dove si sono diffusi hanno decimato i raccolti. E danni sta facendo anche la Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva soprattutto in Veneto.

Le castagne hanno invece pagato un conto salatissimo per colpa del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni contro il quale è stata avviata con successo una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale, anche se ci vorrà ancora tempo per ottenere un adeguato contenimento. La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata dall’insetto killer delle api che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare. Si tratta del coleottero Aethina Tumida della famiglia dei Nititulidi che aveva già invaso il Nord America alla fine degli anni ’90 provocando ingenti danni, diretti ed indiretti.

E se gli agrumi della Sicilia sono stati gravemente attaccati dalla Tristeza (Citrus Tristeza Virus), i kiwi dal Lazio al Piemonte hanno dovuto fare i conti con la batteriosi del kiwi (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae), mentre melo e pero in Emilia – continua Coldiretti – sono stati colpiti dal colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora). Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus Ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise. Presso l’Unione europea è in discussione la normativa sulla salute delle piante ed è strategico che vengano adottate misure più rigorose nella tutela delle coltivazioni soprattutto nei confronti dell’importazione dall’estero di piante ed essenze vegetali che possono diventare il veicolo per la diffusione di insetti alieni e malattie”.

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