Con oltre 90mila tonnellate di prodotti commercializzati tra patate fresche, surgelate e da seme Pizzoli Spa è la realtà di riferimento nel settore della produzione e commercializzazione di patate in Italia e una delle principali all’estero.
Nel suo primo report di sostenibilità l’azienda fotografa gli sforzi delle filiere verso la circolarità e delinea un piano concreto per il futuro.
L’azienda investe costantemente nella ricerca e sperimentazione di soluzioni innovative per ridurre l’impatto delle pratiche agricole sull’ambiente e aumentare la resilienza delle colture.
Agricoltura di precisione e micro-irrigazione sono alcuni degli strumenti ad alto valore tecnologico che permettono a Pizzoli di bilanciare la necessità di mantenere elevata la quantità di prodotto con quella di rigenerare il proprio territorio. Nel 2022 ha lanciato diversi progetti pilota per testare l’efficacia dell’impiego di sensoristica IoT o similare nell’analisi del fabbisogno idrico delle colture. Nello specifico del tema idrico la micro-irrigazione a goccia o l’irrigazione attraverso sprinkler consentono importanti saving, in misura del 30-40 per cento di acqua e del 10-30 per cento di fertilizzante.
“Ciò che ci distingue da sempre è l’attenzione che poniamo in tutte le fasi della catena del valore, dalla selezione delle patate da seme all’assistenza tecnica ai coltivatori, dalla ricerca di soluzioni di packaging a minor impatto fino al dialogo con i consumatori per promuovere stili di consumo equilibrati. Per continuare in questa direzione virtuosa, stiamo attuando uno sforzo importante in linea con il framework definito a livello europeo, rafforzando i nostri presidi lungo tutta la filiera e promuovendo un modello produttivo efficiente che rende anche i nostri processi sempre più circolari”, spiega il sustainability manager di Pizzoli, Stefano Bottardi.
Il primo report di sostenibilità di Pizzoli disegna un quadro di azioni che aggrediscono le sfide della sostenibilità da tutti i lati, definendo le basi di una strategia per quantificare e contenere l’impronta carbonica lungo tutta la catena del valore, migliorare l’efficienza energetica e la circolarità dei processi di coltivazione e lavorazione. Una sfida che è un viaggio lungo tre direzioni parallele: verso le radici dell’etica, proteggendo la capacità di creare valore economico condiviso e promuovendo la partecipazione, lo sviluppo e la sicurezza delle persone; nel rispetto del pianeta, per minimizzare gli sprechi e l’impronta di CO2. Un viaggio, infine, verso una crescita sana, contribuendo alla transizione verso un sistema agricolo sostenibile, contrastando l’impoverimento delle risorse e promuovendo la capacità rigenerativa degli ecosistemi.
Fonte: Pizzoli