07 agosto 2020

Pomodori, Lapietra: “Una crisi che (ora) non ci riguarda”

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La crisi del pomodoro non rigurda tutte le aziende produtttrici alla stessa maniera. Dalla Puglia, Vincenzo Lapietra, alla guida dell'azienda di Monopoli (Bari) con il fratello Pasquale, commenta per myfruit.it: “La crisi non ci riguarda in maniera determinante, però sicuramente giugno e luglio sono stati due mesi difficili anche per noi. E' stata un'annata fresca per tutta l'Europa, per cui c'è stata più produzione rispetto agli altri anni ma, anche, meno consumo. E tutto questo ha fatto sì che l'offerta fosse molto più elevata della domanda. Poi, dobbiamo anche ricordare che negli ultimi anni molti paesi europei quali Germania, Olanda, Belgio, Polonia, Francia hanno realizzato più serre e ora hanno molto più prodotto a disposizione. Anzi, ne hanno tanto da mandarne anche in Italia. Tuttavia, penso che la crisi sia solo momentanea e che il danno più grosso l'abbia fatto il clima con temperature decisamente più basse rispetto ad altre annate”.

Un brand a km 0

I pomodori a brand Lapietra sono venduti perlopiù nel Sud Italia. “Il nostro primo cliente è la Puglia, poi vendiamo un po' alla Campania e seguiamo tutta la grande distribuzione organizzata di queste due regioni – continua Enzo Lapietra – Lavoriamo molto sul Km zero, perché i consumatori preferiscono comprare il prodotto locale quando lo conoscono. E nel nostro caso parliamo di pomodori coltivati secondo il residuo zero, garantendo assenza di nichel sul prodotto finito e così di seguito”.

Rispettato il lavoro di tutti

Il calcolo che fa l'impenditore pugliese non fa una grinza: “Produciamo due milioni di chili di pomodoro l'anno (2.000 tonnnellate, ndr). Se consideriamo che abbiamo tutti i nostri clienti nel raggio di 200 km e che tra Puglia, Campania e Basilicata vive una decina di milioni di abitanti, è come se rifornissimo di un chilo di pomodori a testa due milioni di abitanti per tutto l'anno. Ecco il motivo – conclude – per cui non abbiamo difficoltà a vendere il prodotto in un modo che rispetti anche il prezzo e il lavoro che facciamo noi”.

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