Se dopo la chiusura dell’accordo per la campagna del pomodoro da industria nel distretto del Nord non erano mancate critiche, anche dure, per un prezzo pattuito (82,50 €/ton) ritenuto da molti “inaccettabile” poiché non in grado di coprire i costi di produzione, anche al Sud, ora che finalmente, praticamente a ridosso della raccolta, i giochi si sono chiusi, non mancano parole di rammarico e delusione, ovviamente da parte delle rappresentanze dalla parte agricola.
Il sofferto accordo è stato raggiunto giovedì 9 giugno e riguarda l'area del centro sud. Le OP associate alle Unioni Nazionali Italia Ortofrutta ed Unaproa e la commissione delegata alla trattativa sui prezzi delle industrie di trasformazione associate ad Anicav hanno fissato i prezzi in 87 €/ton per il pomodoro tondo ed a 97 €/ton per il pomodoro allungato. Per i pomodori da industria biologici, invece, è prevista una maggiorazione del 30% rispetto al prezzo di base.
Dalle Unioni nazionali emerge da una parte delusione per i tempi con i quali si è giunti alla stipula dell'accordo, poiché si è ormai prossimi alla raccolta, dall'altro una soddisfazione non certo piena per il prezzo pattuito.
“Non è l’accordo che volevamo – dichiara in una nota Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta – ma in un ottica di tutela dei nostri produttori associati e per senso di responsabilità abbiamo ritenuto opportuno definire i prezzi di riferimento per la stipula dei contratti ed allo stesso tempo ci siamo anche adoperati per migliorare i meccanismi delle griglie di valutazione del prodotto per pervenire ad un quadro di maggiore certezza nella definizione del prezzo di cessione della materia prima”.
Anche Alfonso Di Massa, presidente di Fedagri – Confcooperative Campania, esprime delusione per il prezzo raggiunto che “non soddisfa del tutto, è ancora basso e non garantisce un reddito adeguato alle imprese agricole. Di questo siamo dispiaciuti, ci si aspettava di più, ma siamo convinti che le parti in causa abbiano fatto le loro opportune, responsabili, valutazioni per giungere al risultato ottenuto”. Non si poteva andare oltre, secondo Di Massa, che auspica per il futuro “accordi che riguardino non solo il prezzo, ma soprattutto le regole, con una definizione dei tempi più ragionevole e possibilmente sul tavolo dell’Organismo Interprofessionale Nazionale. Siamo ormai in prossimità della raccolta e l’insicurezza regna tra i produttori”.
Differente, invece, la posizione di Anicav, che in una nota, oltre a lodare il senso di responsabilità delle parti in causa nel raggiungimento di questo difficilissimo accordo, sulla questione prezzo considera, secondo quanto afferma il suo direttore Giovanni De Angelis, l'accordo soddisfacente poiché con “un prezzo medio di riferimento superiore a quanto mediamente pagato nel corso della scorsa campagna”.
Secondo l’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, infatti, il prezzo medio della passata campagna era stato di 82€/ton per il pomodoro tondo, in più bisogna aggiungere quest'anno “un significativo abbattimento della percentuale massima di riduzioni sugli scarti”. Annibale Pancrazi, presidente del Distretto, infine considera l'accordo tra parte agricola e industriale “un utile stimolo al rilancio del nostro strumento interprofessionale. Da oggi inizia una fase due del Polo distrettuale che mi onoro di presiedere”.