28 agosto 2020

Pomodoro da industria: al nord lavorata più della metà della materia prima

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La visita alla filiera del pomodoro da industria del Nord Italia dell'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi (a destra nella foto), è stata l'occasione per un primo bilancio della campagna di raccolta, consegna e trasformazione del pomodoro da industria.

Il presidente dell’Oi, Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, Tiberio Rabboni (a sinistra nella foto), ha spiegato che in base ai riscontri ricevuti da industrie e Op (Organizzazioni di produttori) risulta già lavorato oltre il 50% della materia prima contrattata. Nel bacino del Nord Italia (37mila ettari totali, di cui il 70% in Emilia  Romagna) si sta lavorando a ritmi molto sostenuti un prodotto di qualità con un grado brix di 4,99, sopra la media.

“La campagna 2020 – spiega Rabboni – si sta svolgendo in maniera positiva grazie a una corretta ed efficace programmazione delle superfici e dei tempi di trapianto, come definiti nel “Contratto quadro area nord”, secondo gli accordi fra produttori e trasformatori, in risposta alle esigenze dei mercati. La percentuale generale del consegnato è in linea con le previsioni delle parti e con le medie degli ultimi anni. Così pure il grado Brix.

Conferimenti e operatività ai massimi livelli

In limitate situazioni locali la produzione agricola ha registrato qualche difficoltà a causa di anomalie climatiche e del reiterarsi di alcuni episodi di Ralstonia Solancearum e ragnetto rosso. Si tratta per fortuna di casi sporadici, dal punto di vista numerico e quantitativo. In particolare, in alcune circoscritte aree le alte temperature, a partire dal 26 luglio, hanno sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme che hanno causato la maturazione in contemporanea delle bacche, la cui raccolta era programmata per le tre settimane successive. Questa anticipata maturazione del pomodoro in campo ha reso difficile per gli agricoltori il conferimento di tutto il prodotto maturo alle industrie che, per rispondere alle richieste agricole, stanno operando da giorni al massimo della loro capacità produttiva. Pertanto, per evitare agli agricoltori colpiti da questa anomalia climatica il rischio di grave perdita di reddito l'Oi, e poi formalmente le Op e la Regione Emilia Romagna, hanno chiesto al Ministero delle Politiche Agricole l'attivazione della misura per la mancata raccolta previsti dall’Ocm (Organizzazione comune di mercato) ortofrutticola”

Nei giorni scorsi il ministero delle Politiche agricole ha accolto la richiesta e dato il via libera agli indennizzi per gli agricoltori che a causa dell'anomalia climatica non riusciranno a conferire il loro pomodoro agli impianti di trasformazione. La conferma è giunta durante l’incontro tenutosi nella sede dell’Oi Pomodoro da industria del Nord Italia a Parma, e poi proseguito con visita allo stabilimento Mutti e sui campi di raccolta, dell’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi con il presidente dell’Oi Tiberio Rabboni e gli esponenti della filiera del Nord Italia.

Il Mipaaf ha autorizzato “in via eccezionale e limitatamente alla campagna in corso, nell’ambito delle misure di prevenzione e gestione delle crisi dei programmi operativi, l’attivazione della misura “mancata raccolta” del pomodoro coltivato in pieno campo, destinato alla trasformazione industriale e oggetto di contratti stipulati tra organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione”. La Regione Emilia Romagna, in collaborazione con le altre Regioni (Lombardia, Piemonte e Veneto) ha attivato, a tempo record, le procedure necessarie. Ora, le op che intendono usufruire della misura devono presentare alla Regione competente la modifica del proprio programma operativo e darne contemporanea comunicazione all’organismo pagatore.

I compiti delle istituzioni

“Sono onorato di essere stato ospite dell’Oi Pomodoro da industria del Nord Italia – ha commentato l’assessore Mammi – un’organizzazione di qualità, una filiera lungimirante che ha una visione di insieme e che coinvolge produttori e trasformatori d’industria. Le istituzioni hanno il compito di agevolare il loro lavoro e promuovere strategie comuni: saremo sempre a disposizione per tutelare il prodotto pomodoro, le aziende della filiera e i lavoratori. Stiamo attraversando momenti complessi, dovuti al climate change, alle fitopatie, a questo fenomeno pandemico che coinvolge tutto il mondo. A seguito della mancata raccolta per la maturazione precoce, la Regione si è mossa subito in collaborazione con l’Oi pomodoro e siamo soddisfatti che siano stati riconosciuti gli indennizzi.

Ora l’obiettivo della Regione Emilia Romagna è rafforzare l’investimento su tre filoni: in primis l’ambito della ricerca e della conoscenza, per individuare risposte innovative sulle necessità e i bisogni delle imprese. Inoltre è necessario impegnarci per aiutare le imprese ad essere competitive, e supportarle negli investimenti in tecnologia e in ambiti strutturali, e supportare la loro capacità di generare reddito. Infine dobbiamo sostenere le imprese sui mercati e sulla promozione, per promuovere gli straordinari prodotti di qualità dell’Emilia Romagna, Dop e Igp. Dobbiamo lavorare insieme per consolidare l’impegno finanziario che l’Ue ha annunciato sul ‘combinato disposto’ Pac e Green New Deal, continuando a mantenere protagonisti i territori, perché la salute e il cibo – come ci ha insegnato il Covid – sono prioritari per le persone, soprattutto se saranno confermati gli studi scientifici che sostengono l'importante incremento nel prossimo trentennio della richiesta di cibo da parte del pianeta”.

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