Nonostante si faccia il pieno di negazionisti climatici, gli imprenditori che lavorano sul campo, soprattutto in agricoltura, toccano con mano un clima che non permette più di programmare e di tutelare il raccolto. Succede per tutte le colture e non fa eccezione il pomodoro da industria. Come sottolineano Coldiretti e Filiera Italia allarmate anche per la concorrenza cinese.
Un tema questo ben descritto anni fa da un giornalista francese che partendo da uno stabilimento vicino a casa sua, chiuso per la concorrenza globale, ha fatto il giro del mondo per ricostruire la filiera mondiale. Lui è Jean Malet Baptiste e il titolo del libro “Rosso marcio. Una sconvolgente inchiesta internazionale sul pomodoro che finisce nel tuo piatto”. L’autore ha scoperto la veloce ascesa nel rosso pomodoro dei cinesi grazie alle risorse in terra e uomini dell’armata rossa, l’esercito cinese.
Ma vediamo cosa scrivono gli imprenditori italiani: “Parte la raccolta del pomodoro da salsa con l’Italia che a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, fra grandinate, nubifragi, alluvioni e ondate di calore, rischia di produrre ancora meno dei 5,6 miliardi di chili previsti per il 2023, mentre alle frontiere nazionali si assiste al balzo del 50% delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e della minoranza musulmana degli Uiguri nello Xinjiang”. È quanto denunciano Coldiretti e Filiera Italia sulla base dei dati del World Processing Tomato Council, in occasione dell’avvio della raccolta in Italia a Foggia dove si coltiva quasi 1/5 (19%) dell’intero raccolto nazionale.
In Puglia il polo produttivo principale
“Il pomodoro Made in Italy – evidenziano Coldiretti e Filiera Italia – rappresenta un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea e della vera cucina italiana candidata all’iscrizione nella lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. In Italia sono circa 70mila gli ettari coltivati a pomodoro da salsa, con la Puglia che è il principale polo della salsa made in Italy nel Mezzogiorno con quasi 18mila ettari concentrati per l’84% proprio a Foggia, mentre l’Emilia Romagna è l’hub dell’oro rosso al Nord con 26mila ettari, oltre la metà fra Piacenza e Parma. A livello nazionale la filiera del pomodoro impegna complessivamente circa 7.000 imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e occupa 10.000 addetti, per un fatturato totale che lo scorso anno ha raggiunto i 4,4 miliardi”.