Il tema che tiene banco da qualche tempo a questa parte nel comparto del pomodoro da industria è quello dell’accordo sui prezzi tra produttori e industria di trasformazione. La proposta di 77 euro a tonnellata è stato respinto perché al di sotto dei costi di produzione. Nel Tavolo agricolo di metà marzo scorso, al quale hanno partecipato tutte le principali Organizzazioni di Produttori del Nord Italia era stato deciso di ridurre del 10% le superfici per “riportare la trattativa su basi più consone e riequilibrare l’offerta”.
Su questa delicata questione si è tenuta ieri, mercoledì 13 marzo, a Roma presso la sede di Italia Ortofrutta – Unione Nazionale, un incontro che ha visto un’ampia partecipazione da parte delle Organizzazioni di Pomodoro associate all’Unione che operano in questo settore. Obiettivo: “analizzare e riflettere sullo stato della contrattazione in vista dell’imminente avvio della campagna”.
Al momento, non sembrano esserci soluzioni in vista. “Il grande lavoro di programmazione delle superfici che saranno destinate alla coltivazione del pomodoro e gli sforzi finora compiuti dalle O.P. per ridurre gli investimenti produttivi non ci consentono di valutare proposte contrattuali che non perseguano obiettivi di una giusta remunerazione del prodotto” si legge nel comunicato dell’Unione. Nessuno accordo all’orizzonte. “Saranno pertanto necessari ulteriori incontri con la parte industriale affinché tali obiettivi siano condivisi con sufficiente chiarezza” continua il comunicato.
Italia-Ortofrutta – Unione Nazionale ricorda come nella scorsa campagna i produttori associati, su tutto il territorio, abbiamo lavorato “oltre 28.000ha per circa 25.000.000 di quintali di pomodoro da avviare alle industrie di trasformazione”.