07 novembre 2014

Pomodoro di Pachino Igp. Bilancio 2014 positivo per il Consorzio

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“Vorremmo capire quali sono i dati su cui Fallico poggia la teoria di calo del nostro prodotto e soprattutto se e come la stampa verifica tali notizie prima di pubblicarle”. Non le manda certo a dire Salvatore Chiaramida, direttore del Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino Igp, che in una nota stampa non nasconde il suo disappunto per le recenti considerazioni che il professor Biagio Fallico, docente dell’Università di Catania (Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agroalimentari e Ambientali) ha espresso durante “un presunto seminario sul pomodoro Igp a cui non siamo stati invitati”.

A conferma del periodo, invece, positivo per il comprensorio di Pachino e per il suo oro rosso, secondo il Consorzio parlano alcuni dati inequivocabili: più di 50mila quintali di pomodoro di Pachino certificato Igp nel 2014, con un trend molto interessante per la varietà Costoluto, che fa segnare un aumento del 10%. E poi ottimi riscontri per l’interesse che arriva dal nord Europa, con contatti che si stanno intensificando con la Germania e altre zone d’oltralpe. Oltre a questo il Consorzio sottolinea le molte attività di promozione che hanno coinvolto food blogger (adesione alla campagna lanciata dal Consorzio con ricette dedicate a Costoluto, Ciliegino e Tondo liscio) e la cosiddetta ristorazione gourmand. Il pomodoro di Pachino Igp, infatti, è stato protagonista a manifestazioni regionali come “Cibo Nostrum” o nazionali come “Cibus”. E ancora “La partecipazione ad alcuni Festival dell’Aicig per fortificare la presenza all’interno del circuito dei Consorzi di valorizzazione; ma anche il riconoscimento, in sede legale, della tutela nei confronti dei produttori con la sentenza che invalida la costituzione della riserva dei Pantani della Sicilia Sudorientale”.

“Sono risultati importanti per due motivi – commenta invece il Presidente del Consorzio Igp, Sebastiano Fortunato -. Anzitutto si tratta di dati evidenti e di risultati certificati e non di supposizioni. Inoltre la loro validità non è concentrata solo su un’area tematica, ma abbraccia tanti aspetti, dal campo del brand a quello della certificazione Igp. E, come tutti i dati, sono incontrovertibili”.

“Ci spiace – continua ancora Chiaramida – purtroppo che questi dati non siano spesso utilizzati come patrimonio comune per rilanciare anche l’immagine turistica ed economica del territorio“. Un prodotto che secondo il Consorzio non solo rappresenta un’eccellenza di questo angolo della Sicilia, ma “soprattutto l’economia di moltissime famiglie e produttori che non possono permettersi dichiarazioni filosofiche non fondate o giochi di strategie non meglio identificate. Rispondiamo alle illazioni con i fatti e con i numeri. Siamo pronti a discutere con chiunque ne avesse di diversi”.

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