Una situazione che non si sblocca
La causa del possibile lungo fermo sta nel perdurare della notevole distanza, sul lato economico, della trattativa. Le sigle sindacali hanno infatti l’obiettivo di un incremento del 18%, ma la controparte non vorrebbe andare oltre al 7-8 per cento.
Le negoziazioni vanno avanti da mesi, uno sciopero di 24 ore c’è già stato ad aprile. Ma ora i sindacati sono più determinati e spingono per una mobilitazione dura, di sette giorni.
Le motivazioni
“Una rottura – precisa Uiltrasporti – resa necessaria dall’indisponibilità delle associazioni datoriali di accogliere le nostre richieste mantenendo una netta distanza in particolare sull’adeguamento economico. Una situazione intollerabile che dilata ulteriormente i tempi del rinnovo per i lavoratori dei porti che chiedono il giusto recupero del potere d’acquisto falcidiato negli ultimi due anni a causa del fenomeno inflattivo e il giusto adeguamento per l’inflazione futura. Recupero salariale, sicurezza e maggiori tutele sono i punti fermi da cui non possiamo arretrare e non ci fermeremo fino a quando non avremo ottenuto le giuste risposte per i portuali italiani”.
L’ultima speranza? L’incontro di martedì prossimo
Pochi giorni fa il ministero dei Trasporti ha convocato i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni datoriali per favorire il confronto: l’incontro è fissato per le ore 11:00 di martedì 11 giugno alla sala biblioteca del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.