Il nuovo corso è segnato: sì alle soluzioni post raccolta in grado di prolungare la shelf-life dei prodotti ortofrutticoli, a patto che non si utilizzi la chimica. In altre parole, via libera a tutti quegli strumenti in grado di preservare il prodotto il più a lungo possibile. Non si dimentichi, infatti, che gli scarti causati da deterioramenti qualitativi costituiscono un gravissimo danno economico, perché si verificano su un prodotto per i quale sono stati già sostenuti i costi di produzione, di conservazione, di confezionamento, di trasporto e di distribuzione.
Un aiuto importante sembra arrivare dai sistemi di classificazione della qualità, in grado di misurare sia i parametri esterni, sia quelli interni, ma anche dai packaging innovativi e dalle soluzioni fisico-meccaniche. La tecnologia, dunque, volta al miglioramento continuo della commercializzazione (anche internazionale) di frutta e verdura.
Ma vediamo che cosa propongono alcune aziende che si occupano di tecnologia post raccolta e che saranno presenti a Macfrut.
Le soluzioni delle aziende
«La direzione è chiara: anche per via dei dettami dell'Unione Europea, in post raccolta si deve trattare il meno possibile, favorendo le soluzioni a carenza e residuo zero». Così ha esordito Andrea Bosi, Country Sales Manager di Cedax. «Noi proponiamo gli oli naturali, uno all'estratto di menta, l'altro all'estratto di garofano: sono degli antifungicidi e antigerminativi naturali, molto apprezzati dal mercato».
Accanto a questi prodotti, il Gruppo propone metodi fisico-meccanici, come Xedavap3, l'ultimo nato. «Abbiamo depositato il brevetto a novembre – continua Bosi – si tratta di una tecnologia totalmente green, che tramite l'impiego di acqua e permanganato di potassio permette di saturare la cella frigorifera, in termini di umidità, fino al 99,5%. Il che blocca completamente la respirazione dei frutti, allungando così la fase di conservazione, senza che vi siano ricadute in termini di calo-peso».
Quanto alle tendenze in atto, Bosi ha fatto notare come i trattamenti post raccolta nel comparto degli agrumi stiano di fatto scomparendo: da una parte il produttore li vede come un inutile aggravio dei costi, dall'altra parte la Gdo chiede prodotti con buccia edibile. “Resiste” la ceratura, ma solo per il prodotto destinato all'export. In forte aumento, invece, i trattamenti post raccolta per i piccoli frutti, mirtillo in primis, sia in termini di calibratura ottica, sia di conservazione, così come vanno sempre fortissimo le mele, anche per via dell'export. «D'altro canto – ha puntualizzato Bosi – è il prodotto esportato quello che richiede un numero maggiore di servizi».
A Macfrut Cedax, per la prima volta, si presenta insieme a Xeda Italia, altra azienda del Gruppo Xeda International. Lo stand sarà incentrato su una gamma di prodotti naturali per il pre e il post raccolta.
Per Gregor Lochmann, Project Export di Greefa, azienda che propone soluzioni di calibratura e confezionamento, per avere chiaro il quadro della situazione occorre considerare che, per chi esporta frutta, il mercato oggi è sempre più internazionale. E pertanto, la selezione e il confezionamento dei frutti devono essere sempre piu precisi e fatti ad hoc per il cliente. «Senza la tecnologia – ha precisato Lochmann – questi ordini (il riferimento è a quelli internazionali ndr.), non sono più lavorabili. Il che è un grave danno, perché il cliente si rivolge a un altro fornitore. Sono sempre meno – prosegue il manager – i centri di lavorazione che risparmiano sulla tecnologia: la selezione accurata dei frutti è oggi indispensabile».
Per valutare i difetti interni, Greefa propone il sistema iFA – in grado di valutare la vitrescenza, l'imbrunimento interno, il grado di maturità, la durezza e i gradi Brix – mentre per la valutazione dei difetti esterni il riferimento è iQS – il sistema che registra a velocità elevata un gran numero di immagini ad alta risoluzione con le quali è possibile determinare con precisione la qualità di ciascun singolo frutto . «Molti dei nostri clienti utilizzano i sistemi di visione – ha spiegato Lochmann – con la nostra offerta, oggi, siamo in grado di soddisfare tutte le esigienze del mercato ortofrutticolo». Quanto alla fase di confezionamento, secondo Gregor Lochmann il trend va verso il confezionamento semi automatico o, addirittura, completamente automatico: «L'esigenza è avere un confezionamento sempre uguale e regolare nella resa».
A Macfrut, Greefa esporrà il palletizzatore intelligente, lo Smartpackr, ossia un robot di imballaggio in grado di posizionare in modo del tutto automatico la frutta su un alveolo o vassoio di confezione, e il sistema per il confezionamento in sacchetti delicati.
Uno sguardo lucido e di insieme su tutta la filiera lo ha dato Angelo Benedetti, Presidente di UNITEC, azienda che progetta e realizza tecnologie per la lavorazione e la classificazione della qualità di frutta ed ortaggi freschi. Il Presidente ha esordito: «Dal nostro punto di osservazione vediamo che sul mercato internazionale è sempre più forte l'esigenza di dare delle risposte affidabili e concrete ai consumatori in termini di garanzia di Qualità Coerente ad ogni loro acquisto. Basti pensare ai mercati asiatici, i quali hanno segnato in maniera marcata questa tendenza: è vero che sono quelli che pagano di più, ma è anche vero che pretendono tassativamente altissima qualità e non ammettono che ci sia una qualità “arcobaleno” all'interno delle confezioni». In altri termini – la sfida – è confezionare un prodotto che non contenga delusioni. “Dal punto di vista dei produttori di ortofrutta – ha proseguito Benedetti – vi è la sacrosanta richiesta di essere remunerati in maniera adeguata: ma oggi, purtroppo, per lo meno in Italia, i costi di produzione sono molto vicini ai costi di liquidazione del prodotto, spesso indipendentemente dalla qualità delle produzioni, che negli ultimi anni ha visto un netto miglioramento, anche grazie alla riduzione dei trattamenti di campagna».
«Nel post raccolta – ha ricordato il Presidente – in alcuni casi si sono invece prese a mio avviso delle strade che non hanno portato a buoni risultati: si pensi ai trattamenti che bloccano la maturazione naturale dei frutti che, per esempio nelle pere, hanno peggiorato la qualità gustativa delle frutta. Sono soluzioni che possono dare qualche soddisfazione nell'immediato, ma non certo nel lungo periodo: produrre frutta bella, ma non buona, alla lunga non paga. A mio parere, i trattamenti post raccolta si dovrebbero utilizzare pochissimo, se non addirittura zero. E comunque andrebbero armonizzate le normative a livello mondiale».
«Come UNITEC siamo convinti che i sistemi di classificazione della qualità esterna ed interna della frutta siano un aspetto strategico in grado di aumentare la competitività della centrale ortofrutticola nel lungo periodo. Grazie alle nostre tecnologie, i nostri clienti hanno un supporto il continuo in tutte le fasi del loro lavoro: dalla conservazione alla commercializzazione, passando dalla definizione di programmi di export oltremare. Le tecnologie UNITEC sono una garanzia per il consumatore finale di non trovare sorprese quando sceglie frutta e verdura al supermercato». «La classificazione della qualità ha potenzialità enormi – ha precisato il Presidente -: per esempio, grazie ai nostri sistemi, potremmo garantire forniture di frutta con un grado zuccherino basso, adatta ad essere consumato da coloro che hanno problemi di glicemia, cioè classificare l’ortofrutta in funzione dei gusti e delle esigenze di consumo da parte delle differenti classi di consumatori. Purtroppo, però, queste tecnologie oggi sono utilizzate soprattutto per “costrizione”, perchè sono richieste dai mercati esteri, più esigenti: mi piacerebbe che diventassero scelte consapevoli da parte di tutta la filiera».
A Macfrut UNITEC esporrà i sistemi UNIQ per la classificazione della qualità interna di mele, kiwi e susine e la tecnologia Pears Sort 3 per la rilevazione delle differenti classi di qualità delle pere.
«Un altro passo avanti è stato compiuto anche per questi frutti! La frutta – ha concluso Benedetti – è un alimento veramente unico e speciale, cerchiamo di volergli bene utilizzando tecnologie che la valorizzano. Tecnologie UNITEC».
«Si sta finalmente prendendo coscienza della cosiddetta impronta ecologica e questa consapevolezza porta a una maggiore attenzione alla tutela dell'ambiente – ha esordito Andrea Mercadini, AD del Gruppo Sorma –. Il nuovo mercato è fatto di consumatori accorti alla ricerca di soluzioni ecosostenibili, a basso impatto ambientale che garantiscano prestazioni e conservabilità elevate per ridurre al minimo gli sprechi. Il nostro obiettivo è quello di migliorare giorno dopo giorno la nostra offerta per andare incontro a questi bisogni legittimi».
«Anche i nostri clienti, quindi – ha proseguito l'AD – per rispondere alle sempre più rigorose esigenze del mercato sono alla ricerca di soluzioni innovative ed ecosostenibili. Queste esigenze si traducono in richieste ai produttori da parte della Gdo. Uno dei punti di forza è proprio il costante dialogo che manteniamo con i retailer. Grazie a questo rapporto di collaborazione con la Gdo riusciamo a rispondere tempestivamente e talvolta ad anticipare i nuovi trend del settore con soluzioni in piena conformità ai capitolati della distribuzione». A tal proposito, l'AD ha raccontato: «Solo qualche mese fa abbiamo ampliato la nostra offerta con una nuova versione della calibratrice Sormatech, sulla quale abbiamo installato un innovativo software (InstanDEF-QI 2.0), in grado di selezionare la frutta in maniera estremamente precisa. Questa macchina ha costituito l’anello mancante che consente al Gruppo di offrire la linea completa di macchinari necessari all’intera gestione del post-raccolta, dalla selezione al confezionamento». Quanto alle nuove esigenze di mercato, Mercadini ha rilevato l'importanza dell'assistenza tecnica, soprattutto all'estero: «grazie alla nostra capillare presenza su tutto il territorio (11 sedi operative, di cui 9 all’estero, e 40 distributori, ndr.) – ha spiegato – riusciamo a garantire qualsiasi intervento».
Per Sorma, Macfrut sarà l'occasione per presentare le due nuove versioni definitive di Sormabag, a ridotto contenuto di plastica e alta resistenza. Nel dettaglio, la nuova Sormabag flowpack risponde a una reale urgenza di abbassare sia i costi produzione, sia l'impatto ambientale. Realizzata con la floppatrice verticale BSH-134, Sormabag flowpack è una pratica confezione mono-materiale, in polipropilene, completamente riciclabile, che comporta un risparmio di materiale plastico fino al 70%. Ideale per tutti quei prodotti che richiedono un isolamento dall’esterno, è composta dal film, che a seconda delle esigenze è antifog, macroforato o microforato. Si presta per confezionare carote, pomodorini, noci, castagne, zucchine, melanzane, finocchi, agrumi e tanto altro ancora. La seconda novità è la nuova Sormabag a rete tessuta, prodotta dalla confezionatrice BRS-134. Con film sagomato, è invece completamente in polietilene ed è il risultato di una riduzione del 50% della plastica. Leggera ma al contempo resistente, la rete tessuta rende ben visibile ogni singolo prodotto e ne assicura una maggiore respirazione, allungando così la shelf-life.