Ad aprile esplodono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari, al punto che una famiglia, nel 2022, dovrà mettere in conto una maggiore spesa solo per il cibo pari a circa 480 euro. Lo afferma il Codacons, che ha rielaborato i dati definitivi dell’inflazione diffusi ieri dall’Istat.
Il record dei rincari spetta ancora una volta all’olio di semi, il cui prezzo aumenta in Italia in media del +65,3% rispetto al 2021 – analizza il Codacons – Nella classifica degli aumenti dei prodotti alimentari il secondo posto spetta alle pere che salgono su base annua del +25,8%, seguite dai pomodori (+19,2%), farina (+17,1%) e burro (+15,6%).
Incrementi fortissimi si registrano anche per la pasta (+13,4%), il pollame (+12,3%) e la verdura fresca (+12%).
Considerando la spesa media annua di una famiglia “tipo” per tipologia di prodotto, nel 2022 un nucleo, a causa dei rincari dei prezzi, spende +52,7 euro per la verdura, +33,5 euro per la frutta, +27,6 euro per la carne di pollo, +22,5 euro per il pane, e +19 euro per la pasta.
Complessivamente gli aumenti dei listini al dettaglio valgono, solo per la spesa relativa a cibo e bevande, una mini-stangata da +480 euro annui a famiglia – denuncia il Codacons.
“Il conflitto in Ucraina continua a far sentire i suoi effetti su una moltitudine di prodotti, dall’olio al pane alla pasta, e a pagare il prezzo di tale situazione sono i consumatori, che spendono sempre di più per riempire il carrello o sono costretti a ridurre i consumi alimentari per arrivare a fine mese – afferma il presidente Carlo Rienzi – Alle conseguenza della guerra e del caro-bollette sui prezzi al dettaglio si aggiungono poi le speculazioni nei vari passaggi di filiera, che arricchiscono pochi a discapito di molti, e su cui il Governo farebbe bene a puntare il faro”.
Fonte: Codacons