Continua anche in questi giorni la protesta degli agricoltori contro la politica agricola italiana ed europea. Domani, venerdì 9 febbraio, è previsto tra l’altro l’arrivo di 120 trattori a Roma, con dieci mezzi che arriveranno fino nel centro cittadino. Ad annunciarlo è Alessio Centini, uno dei portavoce del comitato di agricoltori di “Riscatto Agricolo” e componente del consiglio direttivo della Op Horta.
“Già da ieri – spiega Centini a myfruit.it – ci siamo messi in moto sulla Cassia e stiamo andando a Roma. Del resto, sono già una ventina di giorni che stiamo protestando perché finora sembra che le istituzioni ci vogliano dare solo un contentino, peraltro senza ancora avere pubblicato nulla sulla Gazzetta Ufficiale”.
Ancora, Centini spiega: “Abbiamo saputo della intenzione, da parte della Ue, di revocare il regolamento sui fitofarmaci, che era del tutto assurdo. Questo va bene, ma i punti dolenti sono almeno una ventina. Tra le cose che fanno più male, ad esempio, c’è il mancato riconoscimento della nostra professione tra i lavori usuranti. Inoltre, ci sentiamo presi in giro dalla Gdo per gli aumenti dei prezzi praticati al consumo e perfino dai costruttori di macchine agricole. Succede infatti che i contributi che la Ue eroga per l’acquisto di nuove macchine e attrezzature, in linea teorica arriverebbero a coprire anche il 30-50% del costo. Tuttavia, quando questo avviene ci troviamo case costruttrici che aumentano del 50% i prezzi delle macchine, per cui noi agricoltori siamo diventati soltanto un bancomat. Pure il made in Italy non viene tutelato: all’estero acquistano i nostri prodotti, sapendo che sono di qualità, e noi facciamo entrare sul mercato interno prodotti agricoli di scarsa qualità e che non sono coltivati alle nostre stesse condizioni. Non da ultimo, le nostre prospettive di pensione sono da fame”.
Centini quindi conclude: “Come comitato Riscatto Agricolo, vogliamo andare a Roma in modo pacifico, per parlare con il ministro Lollobrigida e con il presidente del consiglio Meloni. Continueremo a protestare finché non avremo rassicurazioni chiare, da parte loro, che il Governo recepisca le nostre richieste. Oggi non è più possibile andare avanti facendo finta di niente: siamo arrivati a un punto in cui un agricoltore, per potere mantenere la sua famiglia, deve lavorare due volte e mezzo in più di un dipendente statale. Siamo soddisfatti, intanto, della solidarietà nei nostri confronti che stiamo vedendo tra la gente”.