09 novembre 2021

Quarta gamma: il settore va veloce e merita una normativa puntuale

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Un evento nella Piana del Sele, a Battipaglia (Salerno), per raccontare la filiera dei prodotti di quarta gamma, un settore in piena evoluzione, e fare il punto sulla normativa che necessita di una revisione. Si è tenuto ieri (8 novembre) ed è stato organizzato dal Gruppo IV gamma di Unione italiana food nel cuore di un territorio che si distingue per la capacità produttiva, di ricerca e innovazione in campo agroindustriale.

Dopo la visita alla Ortomad La Linea Verde e allo stabilimento produttivo di Bonduelle a Battipaglia, operatori del settore e istituzioni hanno partecipato al seminario “Dalla Piana del Sele una riflessione sull’evoluzione della quarta gamma: innovazione, sicurezza e trasparenza” durante il quale il Gruppo Uif  ha presentato una relazione dettagliata sull’evoluzione della quarta gamma.
Al centro temi cruciali quali innovazione e sicurezza, poi la richiesta ai ministeri competenti di farsi promotori di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti della filiera per arrivare a un aggiornamento della normativa della quarta gamma.

“I prodotti ortofrutticoli di quarta gamma costituiscono un’eccellenza dell’agroalimentare italiano – ha detto Andrea Battagliola, presidente Gruppo IV gamma Uif – Qualità, sicurezza, innovazione e trasparenza sono le caratteristiche che, creando fiducia nei nostri consumatori, assicurano il successo del nostro comparto. Per il consolidamento e l’ulteriore sviluppo di questo importante settore, chiediamo ai ministeri competenti di farsi promotori della convocazione di un tavolo di confronto, tra tutti i soggetti della filiera interessati, per valutare come affrontare in modo operativo le problematiche all’ordine del giorno (si pensi al recente esposto Codacons)”.

Il confronto richiesto alle Istituzioni dovrebbe trattare gli specifici sviluppi derivanti dalla inarrestabile evoluzione tecnica e commerciale del comparto, come ad esempio la frutta di quarta gamma e i prodotti di vertical farming.

Evitare di confondere il consumatore

“È comune interesse arrivare a definire una norma che sia chiara e non contradditoria – aggiunge Battagliola – Con l’inserimento di prodotti non lavati e pronti al consumo, come previsto dalle ultime bozze del Decreto, si corre il rischio di creare confusione nel consumatore, poiché esisterebbero a questo punto tre tipologie di prodotti, facilmente confondibili se non adeguatamente individuati ed etichettati: prodotti di prima gamma cosiddetta evoluta, da lavare prima dell’uso; prodotti di quarta gamma, lavati e pronti al consumo; e prodotti non lavati e pronti al consumo”.

Una mano di conti

In questi ultimi anni il settore, trainato dal suo valore aggiunto in termini di servizio fornito al cliente (un prodotto sano, pronto all’uso e senza scarto), è cresciuto costantemente: dal 2014 al 2019, i consumi dei prodotti di quarta gamma sono cresciuti del 30% a valore e del 35% a volume. Dopo una flessione solo temporanea a causa della pandemia nel 2020, il 2021 mostra nuovamente un trend positivo, con ben 20 milioni di famiglie che acquistano abitualmente prodotti ortofrutticoli di quarta gamma. Il comparto in Italia, con un fatturato che ha quasi raggiunto il miliardo di euro, crea costantemente occupazione sia nel settore agricolo che industriale. Risulta quindi chiara la rilevanza della convocazione, in tempi celeri, di un tavolo di lavoro finalizzato ad adeguare la norma all’attuale evoluzione della categoria.

Antonio Salvatore, vicepresidente di Unaproa, ha concluso: “Nella Piane del Sele sorge il secondo polo della quarta gamma d’Italia, nato proprio come gemmazione del primo che si estende tra Bergamo e Padova e che rappresenta un esempio importante di eccellenza produttiva e sinergia tra i territori. Tra i sette comuni di Eboli, Battipaglia, Pontecagnano Faiano, Bellizzi, Montecorvino Pugliano, Capaccio e Serre in dieci anni sono sorte circa tremila aziende con l’occupazione di novemila persone circa che realizzano un fatturato annuo di 2,5 miliardi (in crescita costante del 15% annuo), per il 30% all’estero. Il settore, che ha dimostrato grande senso di responsabilità e sacrifici in piena pandemia, sta già andando nella direzione di una agricoltura sempre più green prevista dal Green Deal europeo e dal Pnrr”.

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