A Chioggia il tardivo viene battuto a 10 centesimi al chilo, quando mediamente il prezzo si aggira intorno ai 45 centesimi, con la varietà precoce che può arrivare anche a 80. Ma anche tra i produttori di radicchio di Verona Igp, c’è malumore per i prezzi troppo bassi.
In entrambi i casi i problemi lamentati sono gli stessi: un’annata che a causa del clima ha creato quest'anno una sovrapproduzione e poi il nodo della poca adesione ai consorzi e ai disciplinari di produzione per vendere sotto il cappello della certificazione.
Ne parlano in questi giorni sia La Nuova Venezia che l’Arena. Nel caso del radicchio tondo di Chioggia, a causa della sovarapproduzione, la classica concorrenza a prezzi più bassi che arriva dal prodotto comune non certificato quest’anno si è fatta sentire in modo più aggressivo del solito. “Siamo contenti del prodotto – spiega a La Nuova Venezia Nazareno Augusti, produttore e segretario di Confagricoltura Chioggia -, che sta crescendo con colori belli e quantitativi abbondanti, ma purtroppo i prezzi sono in caduta libera. Siamo a metà del raccolto del tardivo, partita a settembre, e a dicembre le quotazioni sono scese a 10 centesimi al chilo, molto al di sotto dei costi di produzione. Un crollo dovuto alla sovrapproduzione e all’immissione sul mercato di radicchio tondo generico che viene confuso con il vero prodotto Igp». Ancora A Chioggia sono ancora pochi i produttori che hanno deciso di aderire al Consorzio di tutela del radicchio di Chioggia Igp: su 600 mila quintali di radicchio prodotto, solo 1380 sono certificati.
Sul quotidiano L’Arena interviene, invece, Cristiana Furiani, presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Verona IGP: “Quest’anno la produzione è in crescita, ma il numero di aziende che hanno deciso di aderire al Consorzio è fermo a 20. Per evitare di incorrere in una sovrapproduzione di radicchio non IGP, com’è successo in questa stagione, occorre avere un programma di vendita preciso”. Secondo la presidentessa non è vero che il prodotto Igp faccia fatica a essere venduto a causa del prezzo più elevato rispetto a quello non certificato. Però «fino a che i quantitativi di IGP saranno così limitati, la Regione stanzierà meno contributi per la promozione».
Fonte news: La Nuova Venezia | L’Arena. Credit foto: Radicchiodichioggiaigp.it