03 settembre 2014

Rapporto Coop 2014. Alla ricerca di una ripresa che non c’è

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«Il 2014 doveva essere l’anno del nuovo inizio. Di sicuro è l’anno in cui ci si è fermati sull’orlo del baratro». L’incipit del Rapporto Coop 2014 “Consumi e distribuzione”, presentato a Milano mercoledì 3 settembre non mostra, come prevedibile, una situazione certo rosea. Sia per quanto riguarda gli indicatori macroeconomici contenuti nella nuova edizione del Rapporto, sia per quelli relativi ai consumi e allo stato dell’arte della grande distribuzione, lo scenario che se ne desume fotografa un Paese in palese difficoltà. Certamente non manca la capacità di adattamento: dal 2007 a oggi, a fronte della volatilizzazione di 2700 euro di reddito a testa, gli italiani hanno ricominciato a risparmiare (1,7% del reddito, la quota più alta dell’ultimo biennio), non comprano casa ma la ristrutturano (nel 2014 saranno 33 i miliardi destinati a questa voce), non comprano auomobili ma le noleggiano (boom del car sharing a Milano con 80mila iscritti).

Consumi al palo, anche se…
A leggere le differenze tra il 2007 e il 2013 relativamente alle percentuali di spesa della maggior parte delle referenze che finiscono nel carrello degli italiani lo scenario che si apre è a dir poco disastroso. Non si salva nessun genere alimentare: bevande non alcoliche (-15%), olii e grassi (-15%), pesce (-15%), pane e cereali (-14%), caffé, tè e cacao (-12%), latte, formaggi e uova (-12%), zucchero, marmellata, cioccolato e pasticceria (-12%), frutta (-12%), carne (-10%), vegetali, incluse le patate (-10%), bvande alcoliche (-9%). Eppure mai come in questo momento gli italiani pensano al cibo: secondo un’analisi Nielsen riportata dal Rapporto, per il 44% degli intervistati l’argomento preferito su cui informarsi, soprattutto on line, in questo momento è la cucina.

…non per Bio, Veg ed Etnico
Il Bio è in ascesa costante: nel 2013 il giro di affari è stato di 656 milioni e nel 2014 vene stimato a quota 720. Cresce l’interesse per i regimi alimentari vegani e vegetariani, tanto che ben il 7,1% degli italiani si dichiara tale e di pari passo aumenta del 18% nella Gdo il fatturato di prodotti speciali senza glutine o alternativi al grano, amati da chi è attento alla digeribilità o alle intolleranze alimentari (vere o presunte che siano). Infine i cibi etnici: le vendite sono aumentate del 10% solo nell’ultimo anno.

La distribuzione non è più “grande”
Per la prima volta nella sua storia, la grande distribuzione alimentare del nostro Paese non cresce più come aree di vendita. Anzi, diminuisce dello 0,2% e nel 2014 si stima una riduzione ancora maggiore. Non si salva alcuna tipologia di punto vendita, tranne i Superstore (+1,8%), probabilmente per la trasformazione di molti Iper in questo modello di vendita, e i Discount (+2,3%). Anche se persino in questo caso qualche indicatore non è dei più positivi: infatti, a parità di rete, ci sono segnali di difficoltà anche per questa tipologia. Il mercato del retail in Italia, in generale, continua ad essere il più frammentato tra quelli europei: se nel Regno Unito e in Germania i primi tre distributori detengono il 61% di quote di mercato (in Francia il 53% e in Spagna il 54%), in Italia solo il 34%: Coop si mantiene saldamente in testa con il 15%, seguita da Conad con l’11,4, Selex con l’8,2% ed Esselunga con il 7,3% (fonte dati Nielsen GNLC).

Le promozioni servono ancora?
Se tra il 2000 e il 2007 le vendite crescevano anche senza promozioni, nel biennio 2012-2014 le vendite calano nonostante la continua pressione promozionale, aumentata del 3,5%. «Sono state uno strumento efficace sino al 2009/2010. Ma oggi non sono più in grado di muovere i volumi complessivi» ha commentato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia (presente alla conferenza stampa insieme a Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario di Ancc-Coop e Albino Russo, responsabile dell’ufficio studi economici di Coop Italia). Che fare, quindi, eliminarle? Impossibile per grandi strutture come Coop, sostiene Pedroni, ma ripensarle in modo diverso sì. Ed tra i cambiamenti ai quali sta lavorando Coop per il futuro (si sta analizzando anche la possibilità di sbarcare all’estero, ma su questo punto Pedroni non ha voluto svelare nulla) c'è anche la volontà di introdurre una modalià promozionale che lascia al consumatore la possibilità di scegliere senza imposizioni, secondo il meccanismo dello “scegli tu”.

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