Dal baratro ci siamo spostati, e quanto meno non siamo caduti. Il quadro della situazione economica che emerge dal Rapporto Coop 2015, attraverso la lente di ingrandimento fornita dai consumi degli italiani, in particolare all’interno della grande distribuzione, mostra uno scenario in chiaroscuro. “Una ripresa lenta e anomala ma pur sempre ripresa. E un Paese che torna se non altro a camminare (per correre ci vorrà ancora tempo e il protrarsi di condizioni favorevoli)” si legge nell’incipit del nuovo e, come al solito, dettagliato rapporto elaborato da Coop, il più importante attore della grande distribuzione italiana, e presentato giovedì 3 settembre a Milano.
Negli ultimi anni si è sempre sostenuto che la lunga crisi economica avrebbe lasciato segni importanti sulle consuetudini della spesa alimentare, e così è stato. Il Rapporto parla di una vera e propria “sperimentazione in atto”: è cambiato il mix dei prodotti acquistati tanto che si parla di un vero e proprio “cambiamento culturale”. Siamo diventati più salutisti, consumiamo meno alcol, siamo più attenti agli sprechi. Tra gli acquisti di generi alimentari nei primi mesi del 2015 c’è qualche timido segnale di ripresa: bene frutta e verdura (+4%), male carne e pesce (-4,6%), salumi e formaggi (-2,4%).
Il boom del Bio e…
Che la crescita del segmento bio fosse in atto era evidente a molti, ma che le vendite potessero avere un ulteriore incremento a due cifre probabilmente no. Sta di fatto che il valore al dettaglio dei prodotti bio ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro in Italia, pari al 2,5% di tutto l’assortimento alimentare, sei volte in più rispetto al 2000. Nella grande distribuzione il giro di affari ha raggiunto gli 800 milioni di euro e ha fatto sì che solo nell’ultimo anno l’assortimento sia aumentato del 13%. Un miliardo di euro invece arriva dai negozi specializzati che negli ultimi anni fanno registrare un aumento di aperture pari al 16% (nel 2015 in Italia ce ne sono 1400).
…dell’etnico
Come per il bio, anche per il cibo etnico nel 2015 il trend di crescita è costante e sostenuto. Il giro d’affari nella Gdo ha raggiunto 160 milioni di euro: +18,6% rispetto al 2014. Da una parte l’aumento degli immigrati in Italia, ma dall’altro anche un grande interesse da parte del consumatore italiano per la cucina etnica. A conferma di quest’ultimo fattore il fatto che metà degli italiani ha sperimentato almeno una volta la cucina etnica mentre uno su cinque mangia etnico una volta al mese. Non a caso crescono le aperture di ristoranti etnici (+1,6%) così come i minimarket gestiti da stranieri.
Per leggere nel dettaglio il rapporto clicca qui