«Il 2019, per buona parte, è stato un anno di attesa per l'Italia e per l'Europa. Ora però l'attesa sembra essere finita ed è arrivato il tempo delle scelte». Con queste parole Albino Russo, Direttore generale di Coop Italia, ha aperto il consueto appuntamento con la stampa e con gli stakeholder del settore per presentare l’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2019-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi”.
“L'attesa” a cui ha fatto riferimento Russo riguarda temi del calibro della Brexit, delle politiche monetarie della BCE, dell'esito del conflitto tra Trump e Cina, dei cambiamenti nel Parlamento e nella Commissione Europea. Per l'Italia, poi, si aggiunga quanto generato dalla improvvisa instabilità politica e dalla necessità di costituire in tempi record un nuovo Governo. In questo scenario economico e politico al quanto complesso, Coop ha redatto il suo rapporto, focalizzando l'attenzione sulle priorità dei cittadini. IL Report è stato redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con il supporto di analisi di Nielsen e con i contributi originali di Demos, Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iplc Italia, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Pwc, Tetra Pak Italia. Per la prima volta ha partecipato anche Nomisma, conferendo così un taglio scientifico.
Cosa dicono i numeri
Redditi (per lo più bassi), lavoro e disoccupazione, integrazione sociale, sostenibilità ambientale, sicurezza. Sono questi i temi indagati dal Rapporto, dal quale emerge uno scenario non del tutto confortante. In ordine sparso, affrontiamo gli aspetti più salienti, cominciando dal lavoro, da cui gli italiani sembrano essere assillati, nonostante la disoccupazione sia tornata ai livelli pre-crisi. «Ma – ha fatto notare Russo – i redditi sono mediamente più bassi del 30 per cento rispetto a quelli tedeschi, nonostante in Italia si lavori mediamente 300 ore in più». Tale condizione determina quindi uno squilibrio nel rapporto vita privata/lavoro – si spiega quindi il desiderio, tutto italiano, di flessibilità e di smart working – e spiega anche il dietrofront sul fronte dei consumi: nel 2018, per la prima volta dal 2013, si è registrato un decremento della spesa del consumatore. Ma se è vero che i consumi diminuiscono, è altrettanto vero che il consumatore è diventato più attento ad alcuni aspetti, soprattutto quando si parla di food.
La oramai cronica “fuga dai fornelli”, apre le porte a nuovi modi di concepire il pasto e l'acquisto: delivery, take away, instant food (+9,3% in un anno) acquistato nella GDO sono i nuovi must, tanto che la crescita della Grande Distribuzione – pari al +2 per cento – si deve proprio all'incremento della vendita dei freschi e al grande ritorno della carne (le proteine vegan, a quanto pare, non hanno soddisfatto le aspettative del consumatore). Ma il food, oltre ad essere pratico, deve essere anche sostenibile: dal Rapporto Coop emerge che il 68% dei consumatori ritiene favorevole far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso così da disincentivarne l’acquisto.
«La Generazione Greta – ha puntualizzato l'ad di Coop Italia, Maura Latini, riferendosi ai giovani particolarmente attenti all'ambiente – è una buona notizia, perché l'ambiente non può più aspettare. Dal canto nostro, la ricerca della sostenibilità ambientale ci fa modificare i punti vendita, la scelta dei prodotti, i packaging. Ma è indispensabile il ruolo delle Istituzioni».
Per soddisfare i nuovi trend, Coop ha infatti avviato nel 2019 una revisione profonda delle sue politiche. «Da un lato – ha spiegato Marco Pedroni, Presidente Coop Italia – abbiamo fortemente potenziato le scelte consumeriste sull’ambiente, sul benessere alimentare e sulla convenienza dell’offerta, dall’altro si è realizzato un cambiamento negli assetti interni. Il prodotto a marchio Coop, che continua a crescere nelle quote, sarà il perno delle nostre azioni future e lavoriamo su questo in stretta correlazione con la propensione green degli italiani e le loro scelte d’acquisto: gli investimenti di Coop sono di oltre 500 milioni rivolti in gran parte al miglioramento dell’offerta nell’attuale rete di punti vendita».
Gli effetti del reddito di cittadinanza
Sul calo dei consumi rilevato dal Rapporto è intervenuto Luca Bernareggi, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), che ha commentato: «L’Iva è una tassa ingiusta che, con l’attuale calo dei consumi alimentari a fronte di una dinamica di prezzi statica, provocherebbe ulteriori contraccolpi negativi. Riteniamo urgente inoltre attuare una nuova politica sul lavoro che affianchi al reddito di cittadinanza la riduzione del cuneo fiscale». E proprio con il reddito di cittadinanza Albino Russo ha chiuso la presentazione del Rapporto ponendo una domanda: tale sostegno ha inciso sul cartello della spesa? La risposta non è ancora chiara, ma di certo Coop Italia, come ha ricordato l'AD Maura Latini, ha investito sulle fasce più deboli, proponendo uno sconto del 5 per cento agli aventi diritto al reddito. «Aiutare le famiglie in difficoltà – ha chiosato Latini – significa aiutare il nostro Paese».
(Nella foto di apertura, il gruppo dirigente di Coop Italia. Da sinistra il Presidente Marco Pedroni, l'AD Maura Latini, il Presidente Ancc-Coop Luca Bernareggi e Albino Russo, Direttore generale)