02 dicembre 2016

Rapporto Frutta e Verdura 2016. La sfida digitale è iniziata

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Più di 650 operatori della filiera ortofrutticola, circa 70 esponenti della grande distribuzione organizzata in sala, 28 executive sponsor posizionati all’interno di un’area espositiva ad hoc. Sono alcuni dei numeri di quello che è diventato uno degli appuntamenti imperdibili per il mondo ortofrutticolo italiano.

markup_rapportofruttaverdura2016Si tratta della presentazione del Rapporto Frutta e Verdura, edito dalla rivista Mark Up e curato da Italiafruit News. Giunto alla sua 17esima edizione, quest’anno si è svolto in una nuova location, all’interno del Centro Congressi dell’Hotel NH ad Assago (MI).

Le oltre 200 pagine del Rapporto 2016 quest’anno hanno come filo conduttore un tema certamente di attualità anche per il mondo ortofrutticolo: la rivoluzione digitale. “Le tecnologie hanno cambiato il mondo soprattutto dal punto di vista della velocità. Internet in 10 anni con gli smartphone ha rggiunto 2 miliardi di persone. La velocità rende possibile un cambio di prospettiva” ha dichiarato il professor Roberto Della Casa durante la sua introduzione ai temi salienti della ricerca presentati durante 3 ore fitte di contenuti e ospiti. Qui di seguito tre spunti, tra i tanti, trattati durante la mattinata.

Web e ortofrutta. Quali le barriere all’ingresso?

Se comprerei frutta e verdura sul web? Sì, se mi spiegassero bene l’origine”.

Ha risposto così Patrizio Roversi, noto volto televisivo, conduttore di una trasmissione ormai cult della Rai come “Linea Verde”, primo degli ospiti a salire sul palco. Intervistato da Della Casa ha fatto, durante la mattinata, in modo simpatico e disponibile da “cavia” ad un esperimento di brainmarketing in diretta, e da sponda con le sue risposte ad alcuni spunti che il team di Italiafruit ha mostrato al pubblico presente in sala.

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Primo fra tutti il tema dell’e-commerce, sempre più importante in Italia anche quando si parla di alimentare, compresa l’ortofrutta. Molti retailer si stanno cimentando in un settore dove da poco meno di un anno è arrivato anche Amazon, ma ci sono delle barriere che frenano l’esplosione della vendita del fresco on line, ortofrutta in primis? Dalle interviste condotte da Agroter insieme al nuovo partner Toluna, specializzato in ricerche on line, sono emersi alcuni punti critici che per ora rallentano le vendite di ortofrutta attraverso questo canale. Per esempio il fatto di non poter scegliere il prodotto fresco “dal vivo”, la attuale poca fiducia sul trasporto e sulla catena del freddo. Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda la frutta secca, che non ha questi problemi ma alla quale chi compra su internet richiede rassicurazioni riguardo l’origine.

Più chiarezza e più emozione. Le neuroscienze al servizio dell’ortofrutta (e del reparto ortofrutta)

Tra le novità più interessanti presenti nel Rapporto quest’anno spicca quello che è stato definito come il primo esperimento di neuromarketing applicato specificatamente all’ortofrutta.

Da sinistra: Roberto Della Casa, Fabio Babiloni e Patrizio Roversi

Da sinistra: Roberto Della Casa, Fabio Babiloni e Patrizio Roversi

“Misuriamo come reagiamo di fronte alla comunicazione sui prodotti, ma anche all’assaggio. Misuriamo la percezione emotiva dei consumatori” ha spiegato il professor Fabio Babiloni, chief scientific officer di Brainsigns (spin-off dell’Università di Roma “Sapienza”) e partner del primo esperimento di brainmarketing in Italia interamente dedicato all’ortofrutta.

20 persone, all’interno di un supermercato di Roma (Conad), hanno fatto una spesa predefinita equipaggiati con la strumentazione che serve per capire come reagisce il nostro cervello durante l’acquisto: quindi una cuffia Eeg (Elettroencefalogramma) per raccogliere le onde cerebrali prefrontali e occhiali eye-traker per individuare i movimenti della pupilla. Il risultato? Serve più chiarezza, anche anche più emozione. “L’interesse cerebrale per i wafer è imbattibile rispetto a quello per pomodori o mele, ma almeno è superiore a quello per un ammorbidente” ha commentato Babiloni mostrando alcuni risultati.

Il minor interesse emerso durante il test è stato quello mostrato arrivati davanti allo scaffale refrigerato con le insalate di IV gamma. Perché? “Suscita poco coinvolgimento e la disposizione ha riportato delle informazioni di confusione”. Serve più chiarezza, quindi, soprattutto sulle famiglie più numerose nell’esposizione. Servono display più ordinati per consentire acquisti più ragionati.

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Ma è possibile migliorare anche sul fronte dell’emozione. Davanti a tre pile di mele, le stesse, ma poste all’interno di confezioni differenti, i tester hanno acquistato maggiormente quelle che riportavano stampati i volti degli agricoltori. E l’hanno fatto inconsapevolmente, come hanno dimostrato i risultati dei questionari compilati dagli tessi dopo l’esperimento.

Insomma, viene da pensare alla famosa dichiarazione di Antonio Damasio, tra i più noti neuroscienziati al mondo, che nel suo “L'errore di Cartesio” del 1994 scrisse: “Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano”.

Il “proximity marketing” non è più una chimera. Giorgio Santambrogio lancia il “geofencing”

Se la tecnologia può aiutare in modo determinante il marketing a prendere decisioni un tempo impensabili, vedi gli esperimenti di brainmarketing, allo stesso tempo può rivelarsi rivoluzionaria anche se installata all’interno di un punto vendita della moderna distribuzione. In che modo? Per esempio, per poter dialogare con il consumatore finale, o meglio, con il suo smartphone.

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Giorgio Santambrogio, presidente di ADM e amministratore delegato Gruppo Végé

Giorgio Santambrogio, presidente di ADM (Associazione Distribuzione Moderna), nonché amministratore delegato del Gruppo Végé, ha mostrato l’evoluzione del progetto di beaconing lanciato nel 2015. La parola da segnarsi questa volta è geofencing. In cosa consiste? Nell’attirare il cliente quando è già nei pressi del punto vendita invitandolo ad entrare. “Poi, una volta entrato, con l’ebeaconing gli do il benvenuto e ancora, quando passa lungo il percorso, riceve messaggi sulla merce esposta o promozioni in forma di e-couponing”. E così è possibile offrirgli, per esempio, durante la spesa dei buoni sconto sull’acquisto delle clementine quando gli passa vicino (attraverso i dispositivi beacon, dei sensori Bluetooth che rilevano a distanza la presenza e la posizione degli smartphone installati direttamente nel reparto) o ancora una dettagliata storia circa la produzione del radicchio di Treviso Igp tardivo, che probabilmente non conosce nel dettaglio.

In conclusione, è possibile usare tutto ciò che oggi la tecnologia mette a disposizione anche nel mondo dell'ortofrutta? È la domanda con la quale Della Casa ha chiuso quest'anno il 17° Rapporto Frutta e Verdura e la risposta non può che essere, naturalmente, affermativa.

Questo è un settore che ha molte più opportunità di quante non ne sfrutti”.

Lo dice anche il nostro cervello, inconsciamente.

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