In Puglia nel 2023 si sono riversati 16 milioni di turisti (+4% rispetto al 2022), tra questi 5 milioni erano stranieri (+16%). I Paesi verso cui la Puglia esporta maggiormente la sua uva da tavola sono la Germania e la Francia, esattamente gli stessi Paesi che occupano la prima e seconda posizione per arrivi e presenze turistiche.
Bastano questi pochi dati per capire che ha un senso parlare di uva-turismo, il termine coniato giusto un anno fa a Regina di Puglia, l’evento voluto dal Comune di Noicàttaro, che ha chiuso la sua seconda edizione con un convegno dedicato proprio al marketing territoriale e al concetto di uva-turismo, preceduto da un osservatorio di mercato curato da Mario Schiano Lo Moriello di Ismea.
L’uva da tavola è assieme al turismo la regina dell’economia pugliese e i dati Ismea lo hanno confermato appieno. L’Italia è la terza potenza mondiale e la prima in Europa per questo prodotto; la Puglia vale il 57% della produzione nazionale e vede aumentare le superfici investite con un potenziale produttivo in crescita.
Questo in un contesto, come ha precisato Schiano Lo Moriello, che vede l’uva da tavola secondo prodotto ortofrutticolo italiano per export, con un fatturato 2023 pari a 821 milioni, in marcia di avvicinamento rispetto al prodotto leader delle esportazioni, la mela, che è arrivata a 916 milioni di fatturato coprendo con la campagna commerciale 12 mesi contro i 3 mesi o poco più della campagna commerciale dell’uva da tavola.
Germania, Francia, Polonia, Regno Unito, Svizzera e Spagna sono i principali mercati di destinazione.
Come agganciare questo primato ortofrutticolo al turismo?
La risposta è arrivata dall’intervento dell'esperto di marketing territoriale, il prof. Stefano Soglia.
Regina di Puglia, che non a caso ha fatto segnare anche in questa seconda edizione un successo straordinario con presenze nazionali e internazionali di buyer e giornalisti, può essere l’evento-pilota di una svolta, quella di un racconto del prodotto e del territorio che metta insieme le due economie su un nuovo livello: un turismo che non solo scopre l’uva da tavola pugliese ma i luoghi dove la si raccoglie e la si lavora, le loro tradizioni, la loro cultura, la loro eno-gastronomia.
Già oggi il turismo legato alla scoperta dei prodotti agroalimentari vale il 10% della domanda turistica globale e la Puglia si presta come poche altre regioni a questa ibridazione.
"L’uva-turismo potrà decollare se i privati ci credono, se intervengono nuove figure e professionalità, ma è indispensabile, soprattutto all'inizio - ha sottolineato Stefano Soglia - una risposta a livello di sistema”, con istituzioni municipali che guardino avanti e che ragionino in termini di territorio oltre i singoli confini.
I Comuni che, partendo da Regina di Puglia, hanno dato vita alla rete Terre dell’Uva con il Comune promotore Noicàttaro e il coinvolgimento di Rutigliano, Mola di Bari, Castellaneta, Adelfia, Casamassima e Polignano a Mare, rappresentano un territorio omogeneo, accomunato proprio dalla produzione di uva da tavola oltre che da crescenti presenze turistiche.
Dalla tavola rotonda alla quale sono intervenuti il sindaco di Noicàttaro Raimondo Innamorato, il vicesindaco di Nola di Bari, Angelo Rotolo, gli assessori di Noicattaro Vito Fraschini all’Agricoltura e Germana Pignatelli allo Sviluppo territoriale, e l’assessore alla Cultura di Rutigliano Milena Palumbo, è emerso come il turista voglia vivere esperienze.
Esperienze che fanno la differenza tra i luoghi che queste esperienze offrono e quelli che si limitano a mettere in fila degli ombrelloni lungo spiagge sempre più affollate.
Regina di Puglia 2024 ha goduto del prezioso supporto della Regione Puglia e della Camera di Commercio di Bari. L’evento ha goduto anche del sostegno della Cna sezione Puglia, e della Cantina Tenuta Viglione.
Fonte: Regina di Puglia