Sostenibilità, qualità, sicurezza, etica. Tra tutti i valori che più frequentemente sono associati all'ortofrutta Apofruit sceglie di sottolineare la territorialità. “Negli ultimi anni i consumatori stanno chiedendo sempre più spesso prodotti locali e del territorio – dice a myfruit.it il direttore commerciale, Mirco Zanelli – E questo perché il territorio viene identificato con la sicurezza e la qualità”.
“Riguardo la sostenibilità – continua Zanelli – non c’è solo quella relativa al materiale di confezionamento e all’impatto ambientale. Per noi si deve intendere la sostenibilità (nelle sue tre accezioni, ambientale, sociale ed economica, ndr) della filiera, quindi dalle aziende agricole al consumatore. Invece, ci si è focalizzati sul messaggio più semplice da veicolare – vassoio di carta contro vassoio di plastica – contribuendo a creare confusione. Ed è un messaggio poca importante per la filiera e per chi produce. Noi abbiamo il dovere di evidenziarlo. E, soprattutto, spostare l’attenzione sulla giusta remunerazione dei produttori ortofrutticoli. Sicurezza ed etica, infine, sono garantite dalle certificazioni di processo e delle aziende agricole”.
La questione non è semplice, si sa. I valori che appartengono al nostro mondo vanno interpretati e comunicati in modo efficace sia nei reparti, sia sulle confezioni. “Sul prodotto a marchio del distributore è l’insegna che comunica al consumatore attraverso progetti e attività in-store, o sul packaging – spiega il manager di Apofruit – Per quel che ci riguarda, siamo consapevoli che l’ortofrutta non possa essere trattata come una scatoletta o una confezione di pasta, ma bisognerebbe cercare di focalizzare i messaggi per linea di prodotti. In questo senso la blockchain e il QR-code non sempre sono strumenti efficaci, o almeno non per tutti i target”.
“Per i produttori di ortofrutta i consumatori sono difficili da raggiungere direttamente – continua Zanelli – Pertanto, in questi anni abbiamo operato cercando di entrare nei reparti attraverso l’utilizzo di progetti di promozione e valorizzazione legati a determinati prodotti salutistici, del territorio e innovativi. Ci siamo mossi su singoli punti di vendita, non su tutti i negozi delle insegne, anche per ricevere delle informazioni circa il gradimento dei prodotti. Ad esempio, nel caso di nuovi prodotti da lanciare, i test in-store sono fondamentali sia per presentare la novità, sia per ricevere ritorni sul percepito del consumatore. O per definire meglio il posizionamento su un mercato piuttosto che un altro”.
Fuori o dentro il pack, l'importante è parlarne
Proprio su queste iniziative approfondisce il responsabile marketing, Gianluca Casadio: “Con il progetto Fruvenh (Fruit & Veg Natural Health) abbiamo potuto illustrare le peculiarità del carciofo Violì (il carciofo italiano di fascia premium della rete di imprese costituita da Apofruit Italia, Cericola e Op La Mongolfiera, ndr) su due fronti. Utilizzando i totem all’interno dei punti di vendita e scrivendo sul vassoio ricette e suggerimenti sull’uso. Nel caso di Angello, il primo peperone dolce formato snack senza semi, abbiamo invece puntato sul leaflet dentro la confezione che danno informazioni utili anche sulla varietà e sull’impiego”.
Iniziative ad hoc nei punti di vendita ma anche all'ingrosso
Altro esempio di messaggio al consumatore arrivano dai piccoli frutti “Chicche di natura” o dai progetti legati ai prodotti Dop e Igp, come pesche e nettarine di Romagna Igp, asparago verde di Altedo Igp o ciliegia di Vignola Igp. “L’idea è di animare un po’ il punto di vendita”, commenta Casadio, che aggiunge: “Studiamo con i clienti visualizzazioni ad hoc per il lancio di nuovi prodotti, un minimo di caratterizzazione e valorizzazione delle novità non Mdd. Per esempio, il kiwi VerdeDivo ha un vero e proprio kit di materiali informativi, dal totem alle locandine, fino ai leaflet che sono andati a caratterizzare l’area nel reparto ortofrutta dei supermercati Coop e CeDi Marche. Nel caso della mela Candine, invece, abbiamo puntato su iniziative nei mercati ortofrutticoli, quali degustazioni (le norme anti-covid le permettevano negli ampi spazi dei centri agroalimentari, ndr) con ausilio di promoter e materiale dedicato, desk, totem e leaflet informativi”.
“Speriamo di riprendere le degstazioni ee gli assaggi dopo il 31 marzo. Sono attività fondamentali – osserva Casadio – soprattutto quando dobbiamo fare conoscere nuove specie e varietà. D'altra parte, la nostra innovazione varietale gira attorno al concetto belle e buone da mangiare. Quale occasione migliore per intercettare il consumatore e fargli assaggiare il prodotto, visto che c’è anche possibilità d’acquisto? Il kiwi VerdeDivo devi farlo assaggiare, non puoi raccontarlo a voce!”.
La svolta eco che va oltre il packaging
“Per noi la sostenibilità non è solo relativa all’ambiente – ribadisce Casadio – La svolta green per le linee bio e convenzionali con materiali compostabili e riciclabili è stato solo il punto di partenza. La linea Solarelli di pesche mature, raccolte al giusto grado di maturazione e confezionate direttamente in campo, è totalmente in cartoncino. Su questi progetti particolari di segmentazione dell’offerta comunichiamo lo stretto legame con il territorio, la produzione italiana o, anche, della regione. Su alcune linee aggiungiamo l’immagine del produttore”.
Un'ultima riflessione sulle campagne social. “Per noi è fondamentale intercettare il nostro target ottimizzando le risorse a disposizione – conclude Gianluca Casadio – Dobbiamo quindi puntare sempre di più sulla comunicazione web. Abbiamo già iniziato lo scorso anno affiancando alla classica campagna Solarelli che utilizza Tv (sia generalista che adressable, ndr) e radio una campagna social che ha coinvolto 12 influencer con risultati molto positivi. Scopo della campagna è potenziare l'awareness, ed è per questo che anche Violì a fine marzo sarà su Giallo Zafferano”.