10 novembre 2023

Residui, l’uva italiana passa l’esame del Regno Unito

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In tema di salubrità degli alimenti nessun problema rilevato per l’uva da tavola italiana esportata nel Regno Unito. E’ quanto emerge da un’analisi condotta nell’ambito di un programma nazionale di monitoraggio sulla presenza di residui di fitofarmaci. 

Lo studio

Il Department for environment, food and rural affairs del Regno Unito ha aggiornato ieri (9 novembre 2023) i dati sui residui di agrofarmaci rilevati su alcune referenze e analizzati dal comitato di esperti sui residui di pesticidi negli alimenti (PRiF). I risultati vengono poi raccolti e pubblicati sul rapporto annuale del PRiF. 

Il set di dati raccolti mostra, oltre ai pesticidi analizzati e ai residui rilevati, anche altri dettagli dei singoli campioni, tra cui il nome del marchio e l’origine del prodotto.

Quanto all’uva di provenienza italiana, con l’ultimo aggiornamento sono stati esaminati campioni di Timpson TM (Sheegene 2), Sable Seedless, Autumn Crisp (Sugra35), Ivory (Sheegene 21). Per tutti non ci sono evidenze negative circa la presenza di residui sui frutti.

L’indagine annuale

Durante il programma di sorveglianza del 2022, sono stati misurati fino a 394 diversi fitofarmaci in ciascuno degli alimenti esaminati.

In particolare, nel quarto trimestre 2022 sono stati esaminati 934 campioni di 26 alimenti diversi, tra cui mele, albicocche, uva, ciliegie, avocado, pesche e nettarine, lattuga, fagiolini, patate, spinaci. La maggior parte dei campioni è stata raccolta tra l’inizio di ottobre e la fine di dicembre 2022 in Gran Bretagna e in Irlanda del Nord, ma ci sono anche prodotti esportati dai paesi europei ed extra-europei.

I residui sono stati trovati su 567 campioni, in sei di questi (fagioli, patate e spezie) la percentuale era superiore al livello massimo di residui (mrl). In seguito, sono stati effettuati ulteriori screening e valutazioni dettagliate del rischio: i ricercatori hanno concluso che gli effetti sulla salute sono improbabili o non previsti. Nel caso del carbofurano rilevato in un campione di fagioli Yard Long e del fostiazato trovato in un campione di patate, potrebbe esserci la possibilità di effetti avversi sulla salute, ma sarebbero “effetti minori, di breve durata e reversibili”. 

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