Residuo zero sì, residuo zero no. Suscita l'interesse dei consumatori, ma non convince del tutto il mondo retail. O, almeno, non tutti i retailer. Forse perché figlio del “marketing del senza“, che sembra eludere scienza e anche normative.
Intanto, però, cresce il numero di produttori che adotta il nuovo approccio: il prodotto certificato a residuo zero arriva meglio al consumatore, si comunica meglio, e ha un costo inferiore al biologico. Di questi tempi aiuta.
Ricordiamolo: per residuo zero si intende la garanzia che non ci siano fitofarmaci di sintesi oltre il limite di rilevabilità analitica sul prodotto oggetto di certificazione. Non è disciplinato da normative nazionali o europee; il riferimento è a standard privati, che generalmente determinano come soglia 0,01 ppm. Vale a dire: il limite di rilevabilità.
Vendere Residuo zero: tutto quello che c'è da sapere
Per questi motivi ci è sembrato il momento giusto per approfondire la questione insieme a rappresentanti della Grande distribuzione organizzata e della produzione con l'aiuto di un ente di certificazione. Il titolo del webinar è: “Vendere Residuo zero: tutto quello che c'è da sapere” e si terrà sul canale Linkedin di myfruit.it martedì 27 settembre alle ore 12:00. Una occasione per valutare rischi e opportunità di un metodo che sta diventando tendenza.
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