21 settembre 2018

Rincari dei bioshopper per l’ortofrutta? Una bufala

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Mercoledì 19 settembre il quotidiano la Stampa ha pubblicato un articolo dedicato ai famosi bioshopper presenti nel reparto ortofrutta che, dal primo gennaio di quest'anno, sono obbligatori e, sempre obbligatoriamente, sono anche a pagamento.

LaStampa_Sacchetti_Bufala

L'articolo de La Stampa

Però sia nel titolo – “La corsa dei rincari sulle buste bio. Ci costano fino a 90 euro l'anno” – che nell'occhiello – “I sacchetti per frutta e verdura dovevano essere venduti a 1-2 centesimi, al supermarket il prezzo spesso supera i dieci“, si dice sostanzialmente il falso, facendo confusione tra due sacchetti differenti.

In realtà non c'è stato nessun aumento del costo dei famigerati sacchetti bio presenti nei reparti ortofrutta e, francamente, ci sarebbe sembrato davvero strano il contrario, considerando il mal di pancia che aveva provocato alla quasi totalità delle insegne della Gdo l'entrata in vigore della legge 123 del 3 agosto del 2017 (vedi qui).

L'autore dell'articolo ha, di fatto, confuso il costo dei sacchetti, anche questi compostabili, che si comprano alle casse una volta terminata la spesa, con quelli del reparto ortofrutta. I primi, oltre a non essere  più di plastica da anni e non certo dal primo gennaio di quest'anno, hanno caratteristiche completamente differenti per formato e resistenza, rispetto a quelli recentemente introdotti obbligatoriamente per l'ortofrutta, e quindi hanno un costo superiore, intorno ai 10/15 centesimi come riporta l'articolo. Quelli per frutta e verdura, sono decisamente più piccoli – la funzione di utilizzo è d'altronde differente – e continuano a costare 1-2 centesimi.

Le reazioni sui social in queste ore non mancano, naturalmente, con molti esponenti della distribuzione moderna che fanno notare la confusione sulla quale si fonda l'articolo.

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