In tema di rincari dell'energia e dei mezzi tecnici (concimi, sementi e fitofarmaci), nonché per via degli effetti del cambiamento climatico, sono le colture frutticole a scontare il contraccolpo maggiore.
Per le varietà precoci di pesche e nettarine si è infatti speso 1.500 euro in più a ettaro rispetto all'anno scorso; per mele e kiwi, in raccolta ora, anche 3.500 euro in più.
Inoltre, non mancano i timori sul futuro del pomodoro da industria, che di fatto richiede investimenti importanti, concimazioni mirate e tanta acqua.
È quanto emerge dal bilancio colturale 2022 redatto da Confagricoltura Emilia Romagna, che delinea lo scenario e i piani aziendali per l'anno a venire.
Preoccupa il pero
“In questo momento – commenta il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini – le aziende agricole effettuano gli acquisti in vista della nuova campagna ormai alle porte, tuttavia manca la liquidità e i prezzi di concimi, sementi e fitofarmaci sono di gran lunga superiori a quelli di fine 2021. A ciò si aggiunge il costo del denaro che non è certo quello di un anno fa. Pertanto, al prezzo attuale, è impossibile anche solo comprare i fertilizzanti e c'è già chi programma di ridurre le concimazioni del 60-70% mettendo in forse la redditività. Servono politiche settoriali di medio-lungo termine, infrastrutture idriche da troppo tempo richieste ma mai realizzate oltre a strumenti di gestione del rischio, di difesa del reddito. Preoccupa la disaffezione crescente verso colture del territorio che oggi non danno più certezze, ad esempio la coltivazione del pero”.
Fonte: Confagricoltura Emilia Romagna