Frutta e verdura, sia fresca che di IV gamma: sono questi i prodotti distribuiti su più canali da Conor, azienda del gruppo Agribologna, che occupa un ruolo di primo piano nel panorama italiano. Molte le referenze, fornite a Gdo e Gd, ma anche i settore come quelli del catering navale piuttosto che della ristorazione collettiva, scolastica e nel canale Ho.Re.Ca. Quest’ultimo canale rappresenta uno degli sbocchi commerciali più importanti per Conor, pesando ben il 74%. Andamento positivo, peraltro, per l’azienda, che prevede di chiudere il 2013 con un fatturato di vendita di 80 milioni di euro (+12% rispetto al 2012) pari a circa 71mila tonnellate di prodotto commercializzato.
Un settore in salute, dunque, quanto meno per Conor, quello della fornitura di ortofrutta fresca in questo particolare canale, tanto che Lauro Guidi, presidente, ha annunciato nuovi investimenti. «Stiamo selezionando nuove aziende agricole strutturate a livello nazionale per garantire un flusso costante di prodotti di qualità verso la ristorazione. Il nostro sistema informatico è in continua evoluzione per rendere ancora più efficiente la gestione degli ordini, la bollettazione e la fatturazione. Inoltre, stiamo puntando a presidiare al meglio le aree di Roma e di Milano acquisendo quote in società specializzate in servizi di ristorazione che già operano in quei territori».
Venerdì scorso, per festeggiare i suoi 50 anni di attività, presso Villa Cicogna, si è tenuta una tavola rotonda proprio per indagare il ruolo dell’ortofrutta all’interno del canale della ristorazione collettiva e commerciale e per presentare un’indagine condotta da UBM Consulting. Il giro di affari in Italia in questo comparto vale 7 miliardi di euro (dati 2012) e vede impiegati 125.000 addetti suddivisi in 1260 imprese.
Entrando nello specifico, i numeri mostrano come il canale ristorazione collettiva appaltata (per esempio scuole o mense) abbia visto diminuire il numero di pasti erogati (-1,7%) aumentare il fatturato (+1,3%) per l’aumento dei prezzi. Un settore maturo e non così semplice da affrontare per nuovi operatori se non aumentando sempre di più il livello di servizi offerti. Per quanto riguarda, invece, il canale della ristorazione commerciale moderna (su autostrade, ferrovie, aeroporti o nelle aree urbane), la crisi che investe il settore della ristorazione in generale, si è fatta sentire anche qui, anche se le perdite (-3,3%) sono più contenute rispetto ad altri segmenti.