Continua la collaborazione dell'azienda F.lli Romagnoli con il mondo della ricerca, nell'ambito del più ampio progetto Residuo zero, al fine di promuovere la diffusione di una pataticoltura sempre più sostenibile, con ridotto impiego di sostanze chimiche e in grado di salvaguardare la fertilità del suolo, le risorse naturali e la biodiversità.
La nuova sperimentazione, avviata nel 2020 e tutt'ora in corso, è condotta insieme al dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie (Docpas) dell'Università di Ferrara, dipartimento Dibaf dell'Università della Tuscia e Legambiente. La ricerca si basa sull'utilizzo del sorgo sudanense, un particolare tipo di sorgo capace di agire come biofumigante grazie alla presenza di un glucoside cianogenico, la durrina, in grado di degradarsi in acido cianidrico, sostanza tossica per nematodi e altri insetti. Oltre che per valutare l'efficacia di questa pratica agronomica nella prevenzione di patogeni particolarmente problematici per la coltura della patata, come gli elateridi, lo studio è volto a valutarne gli effetti sulla fertilità del suolo. A tale scopo è stata determinata la quantità di sostanze umiche in tre tempi: prima del sovescio con sorgo, prima della semina delle patate, dopo la raccolta delle patate. Secondo i primi risultati, l'attività agisce positivamente sulla fertilità del terreno, in particolare su tre fronti: produzione di humus, migliore movimento dell'aria e dell'acqua al suo interno e migliore struttura.
“La prevenzione di patogeni insidiosi come gli elateridi attraverso la biofumigazione unitamente all'utilizzo di varietà di patate resistenti, indirizza verso la definizione di protocolli colturali orientati al residuo zero – commenta Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli – Protocolli ripetibili in ogni areale produttivo, che risultano efficaci strumenti di diffusione di pratiche di coltivazione capaci di ridurre l'incidenza sull'ambiente delle attività agricole, di garantire colture sane, di impiegare in modo più responsabile le risorse naturali, salvaguardando beni limitati come suolo e acqua. La nostra azienda è impegnata da tempo nella ricerca, con partner che voglio ringraziare per il loro supporto nella realizzazione di quella che è la nostra mission – prosegue Romagnoli – ovvero la promozione di una pataticoltura sostenibile a vantaggio dell'intera filiera nazionale”.
In linea con gli ambiziosi obiettivi strategici 2030 fissati dal Green Deal europeo, tra cui la riduzione del 50% dell'uso dei pesticidi chimici e la diminuzione del 50% della perdita di nutrienti, per il recupero della fertilità dei suoli, questa nuova sperimentazione si pone in continuità con i progetti Residuo zero e Patata di Campo-Amica dell'ambiente e apre all'impiego efficace del sorgo sudanense nel sovescio anche per altre colture.
Fonte: Romagnoli