L’Italia nel 2014, anno di inizio dell’embargo da parte del governo, occupava ancora la nona posizione, con una quota di mercato delll’1% e un totale di 1,2 milioni di euro a valore, tra i fornitori di cipolle alla Russia. Un mercato, quest'ultimo, che secondo un’indagine realizzata dalla compagnia “VVS”, continua a crescere in questo Paese e quest’anno ha toccato livelli record di importazione.
Nel primo trimestre del 2017, secondo quanto riporta una nota dell’ICE, il giro di affari delle importazioni ha raggiunto a i 9 milioni di euro con un incremento del 567% rispetto allo stesso periodo del 2016. Mosca guida la classifica degli acquisti con una quota del 30% delle importazioni totali. In cima alla classifica degli attuali fornitori troviamo la Cina con una quota del 36%, seguita da Azerbaijan ed Egitto.
Se ci spostiamo ad un altro ortaggio molto amato dai russi, vale a dire i cetrioli, questa volta a crescere è invece la produzione interna. Se le importazioni di questo ortaggio così come in generale di altre verdure fresche già nel 2016 sono notevolmente calate a causa sempre dell’embargo, anche la produzione interna cresce, ad esempio, sull’isola di Sakhalin, secondo quanto riporta sempre un’altra nota dell’ICE che cita come fonte questa volta il sito rusprodsoyuz.ru.
Su questa isola posizionata nell’oceano Pacifico a nord del Giappone, nell’estremo oriente della Russia, sono state costruite moderne serre per una superficie di 20.000 mq. che saranno in grado di produrre ogni anno per il mercato locale più di 1600 tonnellate di cetrioli e verdure fresche. Qui sono stati costruiti impianti molto moderni e produttivi (100-120 chilogrammi di raccolto al metro quadro all’anno) attraverso la tecnologia dell’interplanting, che consiste nell’alternanza tra la coltivazione di piante giovani e mature, una pratica intensiva che consente di non avere soste durante l’anno.