08 giugno 2016

Russia. Verso l’autarchia agricola (ortofrutta inclusa)?

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Se da una parte la fine dell’embargo russo nei confronti dei prodotti agroalimentari dei paesi della Comunità Europea, ortofrutta in primis, non sembra vedere una fine nel breve termine come auspicato da molti (anzi, si prospetta un’estensione sino alla fine del 2017), dall’altro le notizie circa gli investimenti che il Cremlino sta impiegando per rendere la Russia sempre più autonoma dal punto di vista agricolo, sono sempre più frequenti.

“Durante gli ultimi 10 anni la produzione di prodotti agroalimentari è cresciuta del 40% e la Russia può già soddisfare le esigenze interne di cereali, olio, zucchero, patate” si legge in una nota diffusa dall’Ice che riporta la dichiarazione del Viceministro dell’Agricoltura della Federazione Russa Evgheny Gromyko rilasciata durante la IX Conferenza nella Regione di Altaj (Siberia sud occidentale, al confine con Kazakistan e Mongolia ). In questa regione, per esempio, la quota totale dei prodotti alimentari locali avrebbe raggiunto l’89% e le importazioni di prodotti alimentari sarebbero al contempo diminuite del 30%. Non solo: “malgrado la situazione economica e politica complicata – prosegue la nota dell’Ice – la Russia ha esportato per 16 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni e nel 2016 il Ministero prevede una crescita dell’esportazione del grano del 3%, fino a 31-32 miioni di tonnellate all’anno, che farà della Russia l’esportatore maggiore di grano al mondo”.

Recentemente Il Gabinetto dell’Agricoltura della Federazione Russa ha stanziato 3,9 miliardi di rubli per sviluppare il settore agricolo del paese, da distribuire tra tutti i 79 distretti della federazione. Il settore agroalimentare russo quest’anno si stima che possa crescere di un ulteriore 2-3%, e ancora di più nei prossimi anni.

Secondo gli esperti sono quattro i settori agricoli che hanno un grande potenziale di crescita: cereali, oleifere, patate e barbabietola da zucchero.

E tra i settori in crescita, non manca quello ortofrutticolo, dove è previsto lo sviluppo più importante. Sempre in una nota dell’Ice, che riprende un’articolo apparso sul sito agroinvestor.ru, si legge che i “produttori russi e i proprietari di serre hanno l’opportunità di aumentare la loro quota sul mercato nazionale grazie alle sanzioni introdotte sull’importazione di frutta e verdure dalla Turchia”.

Non mancano, comunque, all'interno di un quadro di grande espansione agricola, incertezze e problemi. Come sottolineano ancora le note dell’Ice, la svalutazione del rublo e la caduta del prezzo del petrolio, creano problemi anche in questo settore: i costi di produzione, infatti, sono saliti mentre i prezzi di vendita sono sostanzialmente rimasti identici a quelli degli anni scorsi. La diretta conseguenza, al momento, è una redditività pari a zero.

Fonte news: Ice Mosca | www.agroinvestor.ru | www.ria.ru. Credits foto: foodcity.ru

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