«Iniziamo con lo sfatare due falsi miti. Grandezza delle fragole e serre». Pietro Ciardello, al timone della Coop Sole a Parete, nel casertano, circa 70mila quintali di fragole prodotte ogni anno, ha molti aspetti che vuole puntualizzare, a partire dalla negativa fama che, nell’opinione pubblica, generalmente hanno le fragole di pezzatura troppo grande: «Non c’è nulla di negativo, significa solo che l’impollinazione è andata a buon fine. E se questo succede significa anche che non sono stati usati fitomarmaci, altrimenti le api non farebbero il loro lavoro». Anche sull’uso delle serre c’è, secondo Ciardello, cattiva informazione: «la serra protegge e crea il microclima ideale, asciutto, per la produzione di fragole e quindi fa sì che non vengano usati trattamenti. Non a caso oramai tutte le coltivazioni di fragole sono sotto tunnel».
Coop Sole ha puntato soprattutto su una varietà di fragola, chi qui si esprime al meglio, vale a dire la Sabrina, primi in Italia introdurla e molto attenti a indicarla sul packaging delle loro confezioni: «Ha probabilmente meno retrogusto rispetto alla Candonga, meno incisività, però si fa mangiare molto bene, una tira l’altra». La produzione, nella regione principe della fragola italiana, cioè la Campania, ha molti areali, non solo quello casertano: «D’estate le nostre fragole arrivano dall’Irpinia e ci consentono di avere poi prodotto sino a novembre». L’export comincia ad essere una voce importante del vostro fatturato? «Sì, decisamente. In 3 anni siamo passati dal 2% al 30% e il merito è stato certamente quello di aver fatto scelte varietali vincenti. Esportiamo in Austria, Svizzera e Germania».
Infine, a proposito di miti, Ciardiello questa volta ce ne ricorda uno: «Le fragole sono un prodotto invernale, anche se consumato con la bella stagione. Non a caso il mito racconta che nacquero dalle lacrime di Venere, dopo la morte del marito Adone per mano di Giove, che una volta cadute in terra si trasformarono in cuori rossi. Da allora annunciano l’arrivo della primavera».