08 gennaio 2018

Sacchetti biodegradabili. Dibattiti, proposte e polemiche corrono via social

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Mai come nei giorni scorsi il reparto ortofrutta è stato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Servizi televisivi, pagine sui quotidiani nazionali e un ininterrotto flusso di foto e commenti sui principali social.

L’introduzione dei sacchetti biodegradabili e compostabili, in vendita nei supermercati per la vendita di frutta e verdura sfusa e obbligatoriamente a pagamento, con l’entrata in vigore della legge del 123 del 3 agosto del 2017, ha scatenato dibattiti e polemiche come forse non si sono mai viste intorno a questo reparto. Un’esposizione mediatica che mai ha raggiunto tali picchi, neanche quando il prezzo di alcune referenze ortofrutticole, ad esempio le sempre gettonate zucchine, sale a causa di speculazioni o avversi eventi meteorologici.

Il costo dei sacchetti, in media tra 1 e 2 centesimi (vedi qui il nostro reportage tra Milano e provincia), ha scatenato analisi e proiezioni da qui a un anno, tanto da far passare in secondo piano altri aumenti entrati in vigore con l’inizio del nuovo anno, decisamente più sostanziali poiché riguardano, ad esempio, i pedaggi autostradali o le bollette di luce e gas.

Sul tavolo degli imputati un po' tutti: chi ha ideato la legge, quindi la UE, chi l’ha recepita e applicata prima di altri paesi, quindi il Governo italiano, la Novamont, azienda piemontese tra le principali, ma non certo unica, realtà produttrice dei sacchetti biocompostabili per alimenti, e ovviamente la grande distribuzione organizzata, accusata di voler “speculare” e guadagnarci grazie a questa legge. E le reazioni non sono certo mancate.

I social in generale, ma twitter in particolare, è stato il campo dove molti esponenti della Gdo hanno deciso di ribattare alle accuse, ma anche confrontarsi per cercare di chiarire la loro posizione e trovare delle soluzioni, magari comuni a tutto il settore.

Tra i protagonisti del comparto più attivi Eleonora Graffione, ad di CoralisMario Gasbarrino, ad di Unes/U2, Francesco Pugliese, ad di Conad, Giorgio Santambrogio, ad del Gruppo VéGé e presidente di Adm (Associazione Distribuzione Moderna). Quattro opinion leader, oltre che manager delle rispettive aziende per le quali lavorano, non a caso da tempo molto attivi su twitter.

Ma nella discussione sono entrati anche Federdistribuzione, Massimo Donà (Federconsumatori), Gabriele Nicotra (Iper la grande) e molti altri.

Le soluzioni? La più gettonata, al momento, la richiesta di modifica della legge, in modo tale che la Gdo possa nuovamente non far pagare il costo dei sacchetti biodegradabili, vero nodo intorno al quale ruota il dibattito e le infinite polemiche di questi giorni.

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