10 aprile 2020

Salvi: “Quanto costa il coronavirus alle aziende italiane”

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“Al di là di tutto, in questo momento di confusione generale siamo privilegiati perché possiamo continuare a fare il nostro lavoro. La cosa triste e paradossale è che doveva arrivare una pandemia per far capire l'importanza strategica del nostro settore”. Inizia così l’analisi di Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, allo scoccare del primo mese di lockdown per l’Italia.

“In questa situazione di emergenza – continua Salvi – il settore primario ha confermato di essere per il Paese una grande risorsa. Certo, veniamo a lavorare con mille pensieri e preoccupazioni, ma ci siamo adeguati velocemente alle nuove disposizioni del Dpcm per la sicurezza del personale, adottando turni di lavoro con pause, entrate e uscite scaglionate”.

Ridurre il numero di persone e, quindi, la produttività significa anche aumento dei costi di produzione, in molti casi maggiorati anche dalle assicurazioni per i dipendenti e le premialità concesse per la loro disponibilità. Disponibilità che ha permesso alle aziende di garantire la regolarità della produzione e delle consegne. “Parliamo di incrementi del 10-20%, ma totalmente assorbiti dalle aziende, il prezzo dei prodotti è rimasto quello di mercato – precisa Salvi –. I lievi aumenti di prezzo che hanno interessato alcune referenze, quali kiwi, mele o pere, sono dovuti alla minore offerta, che era già stata annunciata”.

Sul fronte dell’export, dopo un iniziale momento di difficoltà, la logistica è tornata regolare. “Forse c’è stata una maggiore preoccupazione per l’oltremare e, in alcuni casi, abbiamo terminato le spedizioni prima per evitare problemi all'arrivo, come nel caso del mercato indiano – riflette Salvi -. Allo stato attuale c’è qualche problema solo in mercati meno maturi, come il Nord Africa”.

Le preoccupazioni più pressanti ora riguardano la disponibilità di manodopera. “Servono risposte veloci dalle Istituzioni – conferma Salvi -. Ci rendiamo conto che le problematiche sono tante e delicate, ma abbiamo bisogno di decisioni rapide per tutelare un settore così importante dal punto di vista economico. Le imprese private, le cooperative agricole e le associazioni di categoria hanno fatto la loro parte con proposte concrete, immediate, anche a costo zero, e che rispondono a una situazione di emergenza. Come ha saputo fare la Spagna, purtroppo ancora una volta più veloce di noi. Ci aspettiamo dal Governo e dai sindacati risposte veloci e responsabili – conclude Salvi -, ma subito, perché ci sono comparti già in affanno”.

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