Un presentazione affollatissima e un'attesa che, evidentemente, anche quest'anno sale, ancor di più, in linea d'altronde con la tendenza di mercato del settore che rappresenta, vale a dire il biologico, sempre costantemente in crescita. Le premesse dell'edizione numero 31 del Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale, anche quest'anno sono sicuramente molto interessanti: un padiglione in più (ora 6), circa 1000 espositori (950 l'anno scorso), 60 mila metri quadrati di superficie espositiva e un evento potenzialmente molto importante, gli “Stati Generali del Bio“, in partenza il giorno prima come una sorta di prologo della fiera. È quanto emerso durante la presentazione alla stampa di Milano nelle sale della sede della Cucina Italiana in centro a Milano.
Che il biologico sia una delle voci più in salute dell'agroalimentare non è più una novità da tempo: crescite record ogni anno, sia dei consumi che delle superfici, grande attenzione da parte della grande distribuzione organizzata, che ha ormai scavalcato il dettaglio specializzato e trainato l'intero settore, anche grazie ai prodotti a marchio. Proprio per questo è giunto il momento di fermarsi, riflettere e capire come governare al meglio un settore che è diventato, parole di Maria Grazia Mammuccini, neo presidente di FederBio, “un settore strategico per tutto il sistema agricolo italiano“.
Da qui l'esigenza dei primi Stati Generali del settore (il 5 e 6 settembre sempre a Bologna Fiere) per capire cosa si è fatto e dove bisogna andare in futuro. “Il balzo è iniziato dal 2011 in poi, con una crescita costante sia delle superfici in conversione che di quelle biologiche. Ormai la sostenibilità è fondamentale per tutto il comparto agricolo italiano. Ora non è solo un problema di mercato ma di governo del territorio”. Già perché i rischi, secondo Maria Grazia Mammuccini sono molti e bisogna saper affrontarli, soprattutto se l'obiettivo è, come è stato sottolineato, quello di arrivare al 40% di superficie biologica in Italia nel 2030.
«In tutto il mondo i consumatori sono interessati al biologic e in Italia i consumi crescono con la Gdo che ha assortimenti importanti» ha sottolineato Roberto Zanoni, presidente di AssoBio. Siamo, in effetti, la seconda nazione che esporta più bio dopo gli USA, poco più di due miliardi di euro, e abbiamo alcuni record: ad esempio siamo i più importanti produttori di agrumi bio (il 27% di tutta la superficie dedicata a questa coltura), nonché il primo Paese in Europa anche per ulivo (20%), frutta (11%) e ortaggi (11%). Non siamo in cima, invece, quanto a consumi: la spesa pro-capite in Italia è ancora di 52 euro all'anno contro 237 della Svezia, i 278 della Danimarca o i 288 della Svizzera, leader assoluto. «Il bio non è ritorno al passato, ma agricoltura del futuro, questo se saremo bravi nella ricerca e nella tracciabilità, sulla quale stiamo lavorando molto”.
Agli Stati Generali che apriranno il Sana di quest'anno dal titolo “Dalla Rivoluzione Verde alla Rivoluzione Bio” i riflettori saranno puntati sugli scenari da qui al 2030, sul mercato mondiale del bio, sull'innovazione e sui valori e la comunicazione. Come sempre ci saranno i numeri dell'Osservatorio Sana, gli approfondimenti del Sana Accademy. Insomma, il Sana è sempre più un'occasione per “interpretare e definire le linee guida di quello che dovrà essere questo settore in futuro” ha affermato il presidente di Bologna Fiere, Gianpiero Calzolari. La concorrenza di Verona? “Sana è punto di riferimento. Non dobbiamo modificare il nostro approccio a causa di altre fiere. Chi organizza fiere dovrebbe farlo per gli operatori e non per se stessi. Cercheremo di fare meglio, la competizione aiuta a fare meglio”.