Posticipata nel tempo per l'emergenza pandemica, l'assemblea annuale della Società cooperativa agricola Sant'Orsola s'è tenuta nella mattinata odierna nell'auditorium del Villaggio dei piccoli frutti con la presenza fisica dei soci. Convocata dal presidente Silvio Bertoldi come da tradizione, per un mondo che ama la concretezza anche negli eventi di socialità, garantendo naturalmente il rispetto di ogni norma sanitaria in vigore.
L'assemblea straordinaria
Nella parte straordinaria iniziale, i soci hanno approvato alcune modifiche allo statuto sociale vigente illustrate dal notaio Tiziano Gregori. Due di rilievo. Con la prima è stato soppresso il Comitato di Controllo, sostituito dal Collegio Sindacale. Il Consiglio di amministrazione ha scelto di farsi affiancare da tale organismo, formato da professionisti, come è prassi presso le aziende. Con la seconda il numero dei componenti del consiglio di amministrazione passa da 15 a 13.
L'assemblea ordinaria
Il presidente Bertoldi ha informato i soci sulla gestione dell'annata 2019 nei suoi aspetti salienti, ottenendo al termine l'approvazione unanime del bilancio dell'annata. Al suo fianco il vicepresidente Federico Morelli, il direttore generale Matteo Bortolini ed il responsabile dell'area amministrazione e finanza Marco Bertuzzi.
“Questa annata era iniziata sotto i migliori auspici – ha ricordato Bertoldi – con produzioni di ottima qualità ovunque. Inoltre, il nuovo stabilimento aveva dato forma tangibile al grande progetto che ha consentito di proiettare la Società cooperativa nel futuro nazionale ed europeo, confermando e rafforzando la sua leadership nel settore italiano dei piccoli frutti. Proprio la nuova organizzazione del lavoro con la revisione e ricostruzione di ogni filiera, l'implementazione di alcuni settori, su tutti il commerciale, hanno consentito alla Società di reggere a due eventi assai sfavorevoli che si sono verificati nella scorsa annata. Il primo – ha ricordato Bertoldi – è dovuto all'andamento climatico negativo e perdurante per lunghi periodi primaverili. Il secondo all'aggressività galoppante del mercato internazionale. Per di più, alcuni stati quali Marocco, Spagna, Sud Africa e Polonia, ma non solo loro, hanno sovrapposto la produzione di piccoli frutti alla tempistica nazionale e locale, proponendo per di più prezzi talvolta bassi”.
I numeri
“Nonostante il meteo ed il mercato non siano stati certo a noi favorevoli – ha tenuto a dire il presidente Bertoldi rivolto ai soci – il bilancio 2019 della Cooperativa si è chiuso tutto sommato positivamente rispetto alle previsioni negative di primavera”. A conti fatti, l'utile calcolato al 31 dicembre è stato pari a 249.345 euro per una produzione di 5.609 tonnellate conferite, aumentata rispetto alle 5.463 del 2018. Ed è pure aumentata la superficie coltivata che ora raggiunge i 534 ettari per 814 aziende socie. Proprio per i prezzi stracciati proposti dalla concorrenza, il valore della produzione complessivo è però diminuito, attestandosi a fine dicembre su 60.776.000 euro, inferiore dunque ai 62.697.000 euro di fine 2018. In particolare, hanno sofferto i ribassi nei prezzi praticati dai competitori il lampone e la fragola, che per la Sca Sant'Orsola rappresenta un'importante quota della produzione complessiva. Di conseguenza, anche il valore del liquidato ai soci è sceso, ma è comunque maggiore rispetto a quanto comunicato a suo tempo per la forte reazione del settore commerciale della Società a fronte della difficoltà incontrate sul mercato.
“In fin dei conti – ha aggiunto Bertoldi – si evidenzia ancor più come la strategia aziendale volta al lungo termine debba rimanere determinante anche in futuro rispetto ad una visione di breve periodo. Questa è il metodo giusto per fare fronte agli alti ed ai bassi delle varie annate. Le spese effettuate nel 2019 per il nuovo stabilimento e la nostra riorganizzazione hanno consentito una gestione aziendale virtuosa che andrà a premiare sempre più in futuro il lavoro dei soci”.
Bertoldi ha rivolto un ringraziamento particolare ai soci per avere collaborato alla riduzione drastica nell'uso dei presidi fitosanitari in campagna, sceso a livelli minimi in mora, mirtillo e lampone. La riduzione è stata pari al 70 per cento dei limiti ammessi dall'Unione europea. Un taglio netto, nel solco della linea sempre più green della Sca, reso possibile da sperimentazioni e lunghi studi effettuati dall'equipe di ricerca e sviluppo nel campo sperimentale della Società a Vigolo Vattaro (realtà unica in Italia) e nelle campagne dei soci. I risultati sono stati verificati da laboratori accreditati presso il Ministero della Salute. Nell'intervento del direttore generale Matteo Bortolini l'andamento del 2020 e la rotta da seguire per il futuro non solo prossimo, tracciata in modo limpido e netto. La Società ha potuto continuare a lavorare anche nei due mesi di lockdown ed ha reagito al blocco di importanti attività, quali la ristorazione ad esempio, con l'apertura di nuovi importanti canali di vendita nella grande distribuzione, ha segnalato la rotta da seguire: “dobbiamo assolutamente incrementare la nostra produzione, sia aumentando le rese nelle superfici già coltivate, sia ampliandole, in modo da rispondere meglio alle richieste del mercato – ha sottolineato Bortolini– Alla sempre crescente concorrenza straniera possiamo rispondere in quanto la nostra società è solida e stabile e la copertura finanziaria è garantita. Dunque dobbiamo aumentare la nostra programmazione complessiva, equilibrare i vari settori ed allungare ancor più i periodi di produzione nel corso dell'anno, puntando anche a fidelizzare i clienti con nuovi servizi” . Uno è già stato sperimentato con successo ovvero la vendita on-line nel periodo di lockdown e continuerà anche in seguito. La rotta tracciata da Bortolini si inserisce in uno scenario generale che vede la domanda di piccoli frutti in costante e forte ascesa. Il settore, solo pochi anni fa considerato di sola nicchia, ha conquistato un posto di tutto rilievo nel settore dell'ortofrutta, tanto da avere indotto ad investire ingenti somme, con il risultato di fare entrare anche Paesi dell'America del Sud quali il Perù, dopo il Cile e l'Argentina ed in Africa anche il Marocco nel novero dei produttori di piccoli frutti ormai al lavoro in più Continenti.
Chiamato ad intervenire dal presidente Bertoldi, il consulente strategico della Società Fabio Rizzoli ha incitato i soci a rispondere con maggiori quantità prodotte alla domanda pressante di un mercato in forte aumento, secondo le previsioni che lo stesso consulente aveva avanzato ai soci in assemblea cinque anni fa, ipotizzando già allora anche prezzi calanti proprio per l'ingresso di sempre più numerosi competitori. “La domanda crescente anche in Italia è per ora compensata soprattutto dai produttori esteri, dunque nei prossimi anni ci sarà grande spazio per la Cooperativa Sant'Orsola, tanto più che il mercato italiano chiede prodotto nazionale -ha sottolineato Rizzoli – Bisognerà rispondere producendo di più, anche incrementando le nostre vendite sull'estero. Giocherà un ruolo sempre maggiore il grande commerciante che chiederà grandi volumi di prodotto. A qualità ormai da tempo raggiunta, maggiore quantità significherà maggiore remunerazione per i soci”.
In coda all'assemblea, l'elezione delle cariche sociali. Il Consiglio di amministrazione è stato ridotto da 15 a 13 componenti. Matteo Trentinaglia è il nuovo entrato, riconfermati gli uscenti per fine mandato Renata Bortolameotti, Petra Oss e Mauro Bianchi. Alla presidenza del Collegio sindacale è stato nominato Marcello Moser. Componenti effettivi sono Mauro Chemelli e Fulvio Divina. Supplenti William Bonomi e Claudio Erspamer.