04 maggio 2022

Sardegna e Sicilia si preparano allo stop

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C'è di nuovo fermento tra gli autotrasportatori delle grandi Isole italiane. Dopo che il 22 aprile scorso, come raccontato da myfruit.it, Trasportounito aveva sottolineato la mancanza di risposte concrete da parte del Governo e dopo che, il 26 aprile, quattro associazioni siciliane (Fai Sicilia Assiotrat, Assotrasporti, Confartigianato Trasporti e Fita-Cna) avevano proclamato lo stato di agitazione, ieri (3 maggio) è tornata a farsi sentire la Sardegna. 

Mille camionisti sardi in allerta

Gli Autotrasportatori Sardi Riuniti, a mezzo social, hanno infatti fatto sapere che “vista l’assenza più assoluta della promessa di un tavolo tecnico, l'autotrasporto regionale si sta riorganizzando per il fermo dei camion”. Ad aderire, secondo l'associazione, sarebbero più di mille autotrasportatori. Il che si tradurrebbe in quello che si è già visto lo scorso marzo, quando i blocchi dei tir sono costati cari ai prodotti ortofrutticoli.

Cresce la tensione in Sicilia

E da ieri anche in Sicilia si stanno registrano nuovi segnali di tensione, riassunti da una nota di Fai Sicilia che rivendica l'assenza di chiarimenti in materia di caro-gasolio: “Alla data odierna – si legge – non sono arrivati chiarimenti e certezze sul testo del decreto legge relativo alle risorse per gli autotrasportatori e legati al caro carburanti, né è chiaro come l'esecutivo intenda procedere. Se il Governo non pone fine a stretto giro a questa condizione di incertezza per gli autotrasportatori, Fai Sicilia non potrà che proclamare il fermo al fianco dei colleghi sardi”. 

D'altro canto il tempo stringe. Il 26 aprile Fai Sicilia aveva dato al Governo due settimane di tempo: “Pretendiamo che in massimo quindici giorni vengano erogati tutti i pagamenti e venga trovata immediatamente una formula per spendere i 500 milioni – aveva dichiarato – Diversamente verrà proclamato il fermo dei servizi di autotrasporto”.

La prima settimana è passata con un nulla di fatto.

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