22 luglio 2020

Se l’ortofrutta in Italia galleggia, in Sardegna (senza turisti) affonda

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Se a Verona  soffia un venticello di ripresa pure per le zucchine, sotto terra nelle settimane scorse, e negli altri mercati italiani si galleggia, anche se con perdite anche del 30%,  in Sardegna si affonda. Basta poco per capire: nei mesi estivi la popolazione nell’isola raddoppiava e i consumi di frutta e verdura salivano alle stelle. Parliamo al passato perché  l’ultimo report dell’assessorato regionale al Turismo sardo certifica lo sprofondamento del settore con cadute a doppia cifra dei movimenti nei porti e negli aeroporti sardi.

Pisano da Cagliari: “Siamo in caduta libera, scambi dimezzati e prezzi giù: pomodori da 0,25 euro e zucchine senza prezzo”

Angurie sardeCenzo Pisano, presidente di Fedagro Cagliari, parla a myfruit.it da Sestu, il mercato all'ingrosso punto di riferimento per tutta la Sardegna, con toni gravi: “L’assenza dei turisti si sente tutta, gli scambi sono in caduta libera, almeno pari al 50%. Per noi l’estate era una risorsa preziosissima”. Fieno per l’inverno. Ma vediamo nel dettaglio la situazione: “Sono crollati i prezzi, quelli degli ortaggi sono a terra e ci manca la ristorazione. Soffre anche la frutta nonostante i sardi ne siano grandi consumatori”.  Vediamo i prezzi per dare una dimensione alla caduta. “I pomodori partono anche da 0,25 euro e nonostante questo c’è tanto invenduto”. E le zucchine? “Non so dare un prezzo,  manca proprio il consumo”. Non pervenute. Sul mercato c’è il prodotto locale in particolare le angurie, poi i meloni mentre albicocche, pesche e nettarine fanno la traversata in traghetto da altre regioni o nazioni europee.

Pompei da Roma: “C'è un calo del 30%, ma con la qualità si riesce a lavorare bene”

Attraversiamo il mare e facciamo scalo a Roma: “C’è crisi, ma se si punta alla qualità del prodotto si vende. Scontiamo la mancanza dei turisti, di chi lavora in smart working fuori città e  magari nelle seconde case. Se devo dare un numero c’è un calo del 30% – questa la percentuale secondo  Riccardo Pompei di Fedagro- Rispetto all’anno scorso scontiamo il passo lento del canale horeca, la crisi degli ortaggi, ma vendiamo bene la frutta di qualità“. Non l’uva tagliata troppo presto, come ha raccontato a myfruit.it  la settimana scorsa.

Firenze a passo lento, ma Baccini: “Entro due settimane ci sarà assestamento per la verdura”

In riva all’Arno suona la stessa musica della settimana scorsa: “Tendenza  sempre al ribasso soprattutto le verdure”. Fotografia firmata da Aurelio Baccini, rappresentante Fedagro, per il mercato di Firenze. “Quest’anno per la verdura è andato tutto bene, senza scompensi climatici e l’acqua era quella giusta,  una stagione perfetta ma c’è eccesso di offerta e calo dei consumi”. Situazione inversa per la frutta : “Non  c’è stato un eccesso di produzione come gli anni scorsi e questo determina un minima tensione di prezzi al rialzo”. Nel totale però non ci si discosta molto dai dati dell’anno scorso: “Penso che nell'arco di un  paio di settimane registreremo un assestamento delle verdure sul mercato”.  Sul fronte prezzi questo il quadro sintetico: “Insalate intorno a 0,80-0,90, melanzane da 0,40  a 0,80, cetrioli intorno all'euro mentre i peperoni non lo raggiungono.  Per la frutta abbiamo albicocche e susine dai 2 ai 3 euro, mentre sulle pesche si è assestati da 1,50 ai 2,50 euro. Per quanto riguarda i meloni le produzioni locali quotano da 1,20 per arrivare ai circa 2 euro per il prodotto di Mantova mentre le angurie variano da  0,30 a 0,60”.

Torna il sereno per le zucchine a Verona, ma continua la crisi per i pomodori

Inizia a tornare il sereno per le zucchine a Verona: “Si registra un certo interesse, il prezzo è intorno ai 0,70 sulla merce locale di buona qualità. Non bene, invece, tutta la categoria dei pomodori con quelli da  insalata a 0,40 e il cuore di bue da  0,60 a 0,70 – questa la situazione descritta da Marco Benedetti, ispettore del mercato – Noto l’aumento  di interesse sul grappolo, ma poi non si va oltre i 0,50 – 0,60. Sulla frutta buoni prezzi per le albicocche che possono arrivare ai 2,80 euro mentre ora le nettarine trainano anche le pesche e per le prime si va da 1,30 a 2 euro”.

A Padova si sente il segno meno delle località balneari croate e slovene

A  Padova Roberto Boscolo, rappresentate Fedagro, sottolinea: “Un calo importante per le quantità,  la verdura è un disastro, reggono le nettarine meno meloni e angurie”. Interessante l'export: “Sta caricando  discretamente, ma si soffre il calo turistico delle località balneari  di Croazia  e  Slovenia. Come da noi dove registriamo anche il calo della capacità di spesa”.

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