Se il Piemonte esporta buona parte dei mirtilli nostrani, come ci ha confermato Giuseppe Termanini di Lagnasco Group, in Trentino la situazione è praticamente opposta: “Noi esportiamo solo il 10% dei mirtilli, ma in generale il dato vale per tutti i nostri piccoli frutti” ci dice Michele Scrinzi, Direttore di Sant’Orsola. L’Italia è quindi il bacino privilegiato, e in particolare il Nord Italia, in una fascia che va da Torino a Venezia: “Pochissimo prodotto invece parte per il nostro meridione”. In Italia, sul totale di frutta consumata, solo il 2,5% è ad appannaggio dei piccoli frutti e dei mirtilli in particolare, nonostante bontà e note proprietà nutritive (vitamine e antiossidanti) siano caratteristiche che vanno particolarmente incontro alle esigenze della dieta contemporanea: “Questo succede perché in Italia la conoscenza è ancora scarsissima. Il numero di persone che confonde i mirtilli con i lamponi o che addirittura pensa che esistano solo surgelati è ancora molto alta, indipendentemente dalla fascia economica o culturale di appartenenza”. Che fare? “C’è una parte di appassionati competenti che va seguita, ci sono i Social Network che possono essere utilizzati per diffondere la conoscenza e vanno comunicate molte delle peculiarità di consumo”. Per esempio, i mirtilli sono pratici da consumare e si possono mangiare come fossero noccioline.
14 giugno 2012
Sguardo rivolto all’Italia per i mirtilli Sant’Orsola
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