Produrre un quantitativo minimo garantito finito di poco superiore alle previsioni di vendita dei retailer e, quindi, con una data di scadenza aumentata di un giorno. In che modo? Conservando il prodotto finito a una temperatura di 4°C presso lo stabilimento del produttore per 24 ore e poi portandolo a 10°C, aumentando quindi la durabilità rispetto all’attuale situazione, nella quale viene conservato sempre a 10°C. Secondo Umberto Galassini, coordinatore AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) IV Gamma, secondo quanto riporta la rivista Mark Up, nonostante la IV gamma italiana sia rapidamente diventata il primo mercato europeo sia a volumi che valore: “ora è giunto il momento di consolidare le fondamenta, intervenendo sul nodo dell’efficienza del sistema di produzione e distribuzione”.
Ottimizzazione della produzione e dei turni di lavoro per la produzione da una parte, minor criticità nella fase di ricevimento dei prodotti, miglior gestione della catena del freddo e della disponibilità del prodotto finito per il retail. Questi i vantaggi per entrambi gli attori secondo AIIPA e la commissione tecnica, guidata da Luigi Sguardiolo, che da giugno 2011 ha condotto studi sia sui prodotti più rappresentativi del mercato che quelli di nicchia per testare questo nuovo metodo di conservazione. La decisione finale sembra ora passare soprattutto al mondo della grande distribuzione.
Fonte foto: www.fertirrigazione.it