18 dicembre 2019

Sì con te (Ce.Di Marche). «Sostenibilità e costanza qualitativa nel tempo. Ecco cosa cercano i consumatori»

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«La sostenibilità? Sì, è sicuramente un tema con il quale ci stiamo ormai confrontando assiduamente, esiste una fascia di consumatori sempre più ampia e attenta a questi temi e li ricerca nei prodotti che acquista nei nostri punti vendita».

Non ha dubbi Emanuele Tulli, buyer ortofrutta di Ce.Di.Marche, realtà che opera sul territorio sia marchigiano che abruzzese con l’insegna “Sì con te” attraverso più di 100 punti vendita.

Secondo Tulli ci sono due macrofiloni che possono essere compresi all’interno di questa tendenza che riguarda i consumatori e che, di conseguenza, ha un impatto poi sulla grande distribuzione e la filiera produttiva alle spalle. «Da una parte c’è la ricerca della salubrità e della sicurezza in ciò che si mangia. È in atto, quindi, una ricerca verso prodotti di aziende che praticano un’agricoltura a basso impatto ambientale: l’uso di serre di nuova generazione che consumano poca energia e quindi inquinano meno, sprecando meno acqua o meno calore, ad esempio, sono aspetti non più  secondari nei desideri e nelle richieste dei consumatori di oggi». 

Ma è facile riuscire a comunicare tutto ciò al consumatore finale?. «No, è vero, non è facile. In questo caso i fornitori potrebbero fare molto di più per comunicare ciò che di buono fanno in campagna. Noi, al tempo stesso, nei nostri punti vendita cerchiamo di informare i capi reparto ortofrutta sulle caratteristiche di questi nuovi prodotti in modo tale che sappiano rispondere alle esigenze dei consumatori. Anche nei volantini riportiamo, in modo sintetico naturalmente, i plus di questo genere di referenze in modo tale da arrivare con maggior facilità a quel consumatore che cerca questi valori».

C’è poi tutto il filone del packaging, forse quello mediaticamente più importante e che ha un impatto quasi immediato agli occhi del consumatore finale. «Sicuramente chi sta puntando sul compostabile o sul cartone, giusto per fare due esempi, ottiene una riconoscibilità sul fronte della sostenibilità importante. Abbiamo un pubblico che ormai cerca questi prodotti con abitudine. Noi sicuramente stiamo dando spazio a chi innova da questo punto di vista, sono soluzioni che funzionano e non tolgono vendite ad altri prodotti».

A proposito di tendenze “sostenibili”, secondo Tulli c’è poi tutto un mondo, quello del cosiddetto “free from”, che ormai si è affermato nel “secco” ma non così diffuso nel mondo del ortofrutticolo e che invece può avere un ottimo riscontro tra i consumatori. «Chi sa comunicare nei propri prodotti valori come quelli del “residuo zero” o ancora del “nichel free”, giusto per citare due esempi concreti e presenti sul mercato, può intercettare una fetta di consumatori che ricerca prodotti di questo tipo che vanno incontro ad esigenze sempre più presenti nel mercato». Per chi, come lavoro quotidiano, acquista prodotti per un’insegna della grande distribuzione la sfida è anche quella di trovare gli spazi giusti per questi nuovi prodotti. «Lo è, certamente, ma noi ci auguriamo che ci sia sempre più un numero maggiore di prodotti che vanno incontro a queste richieste di “sostenibilità”. Più offerta c’è in questo senso, meglio è per noi».

Ma all’interno di questo scenario, c’è spazio anche per il gusto? «Eccome! Sostenibilità e gusto vanno di pari passo, il consumatore è molto attento. Ma la vera sfida, l’aspetto probabilmente più difficile. è dare gusto con costanza. Certo, le condizioni meteo non agevalono e l’ortofrutta è un prodotto fresco condizionato in modo determinante dal clima, però la vera scommessa è proprio anche questa: la costanza di qualità.

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