In questa fase di inflazione galoppante e progressiva erosione del potere di acquisto, per Lidl Italia crescono i nuovi clienti, sempre più alla ricerca della convenienza quando fanno la spesa. Ma i rincari di energia e materie prime pesano anche sui conti dell’insegna tedesca che nel 2021 ha chiuso con un fatturato che sfiora i 6 miliardi.
A tracciare il quadro della situazione è Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia che, a 30 anni dal suo arrivo nel nostro Paese, conta 700 punti di vendita lungo tutto lo Stivale e 20mila dipendenti.
A margine di un evento in occasione della Giornata mondiale contro la povertà alimentare, Silvestri ha detto: “Sicuramente stiamo registrando uno dei periodi più difficili della nostra storia. Lo sviluppo del discount in questi primi nove mesi del 2022 è uno sviluppo un po’ più alto rispetto alla Gdo in Italia partendo però da un presupposto di difficoltà dei conti economici – ha spiegato ad Aska news – nel senso che il costo dell’energia, della carta, del diesel sono voci che appesantiscono il conto economico delle singole aziende”, riducendone i margini a fronte di volumi che si mantengono pressochè stabili.
Secondo alcuni dati Iri sui primi 9 mesi del 2022 il discount si conferma l’unico canale distributivo che tiene in termini di volumi con una crescita a doppia cifra a valore. Dati che fanno il paio con un tasso di inflazione che è il più alto tra i diversi canali distributivi (libero servizio piccolo, ipermercati, supermercati e specialisti casa persona) nonostante il quale il discount si conferma comunque il canale d’elezione per una spesa conveniente.
“Noi abbiamo un rialzo dei prezzi tra il 6-7% rispetto all’anno precedente” a livello di total store ha detto Silvestri. “E’ importante essere allineati a quello che è l’andamento dell’infazione sul mercato che deriva da tutta una serie di fattori che si sono riversati sulla Gdo – ha sottolineato – e che bisogna cercare di gestire per garantire al cliente il rapporto qualità prezzo”.
Entri per la convenienza, torni per la qualità”
Come discount, ha detto ad Aska news, “in questo momento economico di difficoltà rappresentiamo una opportunità per i nostri consumatori: da sei mesi abbiamo lanciato una campagna pubblicitaria coerente col nostro Dna, ovvero Entri per la convenienza torni per la qualità. Noi siamo convinti che in un momento come questo i consumatori possono trovare in realtà come le nostre, che hanno un assortimento per l’85% di marca propria e il 15% di marca, un assoluto beneficio nel rapporto qualità prezzo sui prodotti a marchio proprio”.
Questo sta portando a un aumento dei clienti dell’insegna distributiva tedesca, che negli ultimi anni ha investito per migliorare il proprio posizionamento nel mercato della grande distribuzione. “Noi notiamo in generale un maggior pubblico che si avvicina alle nostre insegne, nuovi clienti questo perchè Lidl negli ultimi otto anni ha avuto la forza di ristrutturare la stragrande maggioranza dei suoi punti di vendita per cui il discount di oggi non è più come una volta, piccolo e buio ma è un supermercato con il cuore discount in cui il cliente può fare tranquillamente la sua spesa. E da questo punto di vista quello che stiamo notando è che la frequenza di acquisto sui freschi, frutta, pane, carne, e super freschi ci sta dando soddisfazione”.
Crescita del 10%
A livello di risultati economici Lidl Italia in questa prima parte dell’anno si mantiene in linea con il resto del comparto: “I dati Nielsen parlano di una crescita dei discount nei primi 10 mesi intorno al 10% a valore, che è più o meno quello che stiamo registrando noi – ha confermato il presidente – A volume invece siamo leggermente sopra lo zero”. “Fondamentalmente – ha spiegato – il volume è penalizzato dalla dinamiche che i consumatori stanno mettendo in atto nell’allocazione differente delle risorse sulla loro spesa. In questo ambito il paniere rispetto a un anno fa si è diversificato perchè il cliente lascia in secondo piano famiglie merceologiche che reputa più care, che non necessariamente lo sono, o tralascia ad altri momenti l’acquisto di altri prodotti non indispensabili come il microonde o la scopa elettrica, comparto su cui noi abbiamo una parte importante del nostro fatturato e che storicamente è stato il nostro punto di forza”.
Per quanto riguarda riguarda i costi energetici e i consumi che in una catena di supermercati riguardano l’illuminazione ma anche tutta la gestione della catena del freddo ad esempio Silvestri per ora dice di non prevedere un piano risparmi mirato, e questo grazie agli investimenti in sostenibilità fatti in passato: “Per fortuna o per strategia – ha aggiunto – abbiamo avuto un approccio sostenibile e nel corso degli ultimi 5 anni abbiamo rifatto tutti gli impianti di illuminazione di tutti i nostri punti vendita: i neon non esistono più da tempo sostituiti da impianti a led. Abbiamo quindi già avviato un percorso di ottimizzazione dei consumi. Siamo stati pionieri nella sostenibilità energetica col fotovoltaico: attualmente produciamo quasi il 10% del nostro fabbisogno totale in fotovoltaico, tutti i punti vendita hanno un impianto fotovoltaico come anche i centri logistici”.
In questo quadro Silvestri conferma il piano di sviluppo che prevede il traguardo al 2030 dei 1.000 punti di vendita. “Andiamo avanti in linea con la tabella di marcia – ha confermato – l’obiettivo 2030 rimane fermo”.
Fonte: Aska news