02 aprile 2020

Sindacati: “No ad ampliamento voucher agricolo”

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No alla semplificazione e all'ampliamento dell'uso dei voucher in agricoltura: l'emergenza del coronavirus non può essere l'occasione per deregolamentare il mercato del lavoro in un settore in cui le regole esistenti per assumere manodopera già permettono una più che ampia flessibilità. Lo dichiarano in una nota congiunta Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, i sindacati di categoria dell'agroalimentare.

“E' inaccettabile che la gravissima emergenza possa essere il grimaldello per rendere ancora più precario il lavoro agricolo – precisano le tre sigle -. Respingeremo, quindi, qualsiasi tentativo di modifica delle attuali norme di utilizzo dei voucher. Non è con queste scorciatoie che si può pensare di convincere i tanti nuovi disoccupati che questa pandemia genererà in Italia, a lavorare nel settore primario per supplire alla momentanea carenza di manodopera”.

Per i sindacati il problema si risolve rendendo più trasparente l'incontro tra domanda e offerta di lavoro a livello territoriale. “Per questo occorre dare un nuovo impulso allo sviluppo delle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità”, questione sulla quale Fai, Flai e Uila si battono da anni e che deve essere affrontata e risolta”.

Il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, poi, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per sensibilizzare le istituzioni sul problema dei braccianti agricoli stranieri e dar luogo a una loro regolarizzazione. Secondo il sindacato del settore agroalimentare, si dovrebbe cogliere l'occasione dell'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 “per riconoscere diritti e doveri ai tanti immigrati lasciati ai margini della società, specialmente dopo i decreti sicurezza”.

“L'emergenza sanitaria rischia di creare nuove guerre tra poveri e rappresenta una minaccia reale per tutti, ancora di più per i braccianti stranieri: non lasciamo che siano gli ultimi tra gli ultimi”. È un passaggio della lettera. “Crediamo sia importante agire, dunque – conclude la lettera – per fare emergere questa parte di umanità dall'invisibilità e dalla mancata inclusione sociale. E per ribadire che l'ultima cosa di cui ha bisogno la nostra agricoltura sono i voucher, che rischiano di tornare in auge nel dibattito parlamentare: nel settore hanno già dimostrato tutto il loro fallimento, la loro inutilità, la loro capacità di precarizzare ulteriormente il lavoro”.

 

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