Per la prima volta nella loro storia di scambi decennali con il Medio Oriente, i prodotti Solarelli, marchio di qualità di Apofruit Italia, sono partiti lunedì scorso su aerei cargo, con destinazione Emirati Arabi. Si tratta di una novità assoluta, poiché in precedenza la frutta dei produttori Apofruit ha viaggiato nelle stive di aerei passeggeri di diverse compagnie di linea, che avevano una parte riservata al trasporto commerciale.
“Il lockdown imposto dalle regole anti Covid-19 – spiega Renzo Balestri, responsabile dell’export di Apofruit per l’Oltremare – ha costretto molte compagnie aeree ad annullare gran parte della propria attività dagli aeroporti italiani. Ciò ha determinato l’impossibilità, per la nostra azienda, come per molte altre i cui bilanci sono composti in maniera sostanziale dall’esportazione, di usufruire dei consolidati canali aerei di trasporto. Fortunatamente, però, si è aperta quest’altra interessante opportunità delle compagnie aeree cargo”.
Questi aerei, prima del lockdown, erano dedicati ad altre tipologie di prodotti. Ora, invece, possono diventare una soluzione vantaggiosa a partire dalle quantità che possono essere trasportate: almeno il doppio di quelle contenute in un aereo di linea, ossia circa 12 tonnellate.
Attraverso questo canale arrivano sui banchi delle più importanti catene della grande distribuzione degli Emirati prevalentemente pesche e nettarine, più una certa quantità di albicocche. La frutta estiva a maggiore deperibilità, dunque, che usufruisce di voli diretti fino a destinazione.
“I Paesi arabi – aggiunge Balestri – continuano a riservare buona accoglienza ai prodotti Solarelli, grazie anche alle nuove confezioni in cartone riciclabile che proteggono l’integrità dei frutti e sposano le nuove tendenze ecologiche. Sarebbe stato un peccato, pur in un periodo di difficoltà come quello attuale, in cui alle problematiche del coronavirus si aggiunge la scarsità di frutta estiva dovuta alle gelate, rinunciare ad un mercato per noi tradizionalmente interessante come quello dei Paesi arabi”. Un mercato in cui sono attivi anche altri Paesi produttori come la Spagna e il Nord-Africa e che dunque va presidiato con attenzione.