L'export cresce e fa della Spagna un paese leader, ma qualche preoccupazione c'è. Dopo le stime dello scorso gennaio, sono arrivati anche i dati definitivi relativi all'export di frutta e verdura da parte del Dipartimento delle dogane e delle accise e dal Ministero dell'Industria. L'import cresce mentre il prezzo medio all'export diminuisce e alcuni prodotti subiscono una accesa concorrenza.
Export: prezzo medio giù del 2%
L'export nel 2019 ha fatto segnare 13,5 milioni di tonnellate, pari a una crescita dell'8%, per un valore di 13.542 milioni di euro, un dato positivo anche in questo caso rispetto al 2018, in crescita del 5,5%. Dati, quindi, più che positivi, anche se il Fepex sottolinea come ci siano alcune situazioni da tenere sotto controllo, a partire dal prezzo medio di vendita all'export che si è abbassato del 2% a 1,01 euro/kg.
Nel caso delle orticole – 5,6 milioni di tonnellate, il 5% in più rispetto al 2018 per un valore di 5.752 milioni di euro (+9%) e una crescita del 3,4% – tutti i prodotti hanno registrato un comportamento positivo ad eccezione del pomodoro che ha perso a volume il 5,5% e lo 0,5% a valore. Secondo il Fepex la causa è da ricercare nella forte concorrenza del Marocco, che cresce nell'exporto di questo prodotto più del previsto e nell'allungamento delle stagioni presente in altri paesi produttori comunitari, tra i quali principalmente i Paesi Bassi, dotati di serre sempre più tecnologiche.
Per quanto riguarda l'export di frutta – 7,8 milioni di tonnellate, il 9,5% in più rispetto al 2018, con un valore di 7.789 milioni (+3%) – anche in questo caso il prezzo medio è calato del 5,7%. Se gli agrumi sono i frutti più esportati, al secondo posto troviamo quella a nocciolo cresciuta a volume del 9,4%, anche se ha perso a valore l'1,5%.
I paesi dell'Ue sono assorbono il 93% a volume e il 92% a valore delle esportazioni spagnole, mentre quelle verso paesi terzi, sebbene minoritarie sono aumentate del 22% in volume e del 19% in valore.
Import sempre più in crescita negli ultimi 10 anni
Su fronte delle importazioni in Spagna, invece, i dati del Dipartimento delle dogane e accise certificano un andamento stabile a volume – 3,3 milioni di tonnellate – e un aumento a valore del 7%, con poco meno di 3 miliardi di euro. Scendendo nel dettaglio dei prodotti, per quanto riguarda la frutta, dopo le banane, il frutto più importato in Spagna (+17% a volume, -7% a valore), sono le mele con 195.169 tonnellate (+17%) per un valore di 136,5 milioni (-7%) seguite dall'ananas con 172.608 tonnellate (-3%) e 122 milioni (-0,4%). Per quanto riguarda gli ortaggi – 1,5 milioni di tonnellate (+3,7%) per un valore di 931 milioni – la patata risulta il prodotto più importato con 839.272 tonnellate (+3%) e 298 milioni (+42%). In crescita il pomodoro, con un incremento del 26% in volume e del 24% in valore rispetto al 2018, per un totale di 198.202 tonnellate e 153 milioni di euro.
Secondo il Fepex la Spagna sta diventando sempre più un paese importatore di frutta e verdura, lo dicono i dati degli ultimi 10 anni. Se nel 2009 le importazioni sono state pari a 2,4 milioni di tonnellate nel 2019 sono passate a 3,3 milioni, vale a dire il 37,5% in più, con una crescita a valore del 99%, passando da 1.473 milioni di euro del 2009 a 2.939 del 2019.